Corriere 28.10.15
Per la Germania e la Turchia è ora di cambiare pagina
risponde Sergio Romano
Per molto tempo la Germania è stato il Paese più contrario all’ingresso della Turchia nella Unione Europea e la stessa Angela Merkel ha dichiarato più volte di volere opporsi. Ora la cancelliera ha cambiato opinione e ha offerto
a Erdogan il suo aiuto per l’ingresso nella Ue della Turchia. A che cosa è dovuto effettivamente questo cambiamento nella politica estera tedesca? Solo alla questione immigrati?
Angela Bossi
Cara Signora,
So che una delle parole maggiormente usate per definire la linea politica della signora Merkel è «opportunista», ma io preferisco definirla «realista». Negli anni scorsi, quando la Turchia premeva per una sollecita conclusione dei negoziati di adesione all’Unione Europea, la cancelliere tedesca conosceva bene gli umori della pubblica opinione nella Repubblica Federale. I suoi connazionali temevano soprattutto l’uso che i turchi avrebbero fatto della clausola sulla libera circolazione delle persone e Merkel non aveva dimenticato quali effetti avesse avuto sulla società europea il fantasma dell’«idraulico polacco», di cui si temeva l’invasione. In quel momento, quindi, non esitò a rallentare il negoziato.
Oggi la situazione è cambiata. In primo luogo la nuova ondata immigratoria attraverso la Grecia e la Penisola balcanica ha risvegliato le apprensioni della società tedesca e apparentemente rafforzato i gruppi xenofobi. Ma ha anche suscitato i sentimenti umanitari di molti suoi connazionali e le ha permesso di contrattaccare gli xenofobi accusandoli di razzismo. Sulla questione principale — come arginare il flusso migratorio — Merkel ha deciso di agire su due fronti. In primo luogo è riuscita a imporre una più chiara distinzione fra quelli che hanno il diritto di chiedere asilo e quelli che desiderano venire in Europa per ragioni sociali. In secondo luogo è giunta alla conclusione che il flusso balcanico non verrà mai fermato se la Turchia continuerà a permettere che il suo territorio venga liberamente attraversato dai profughi siriani e dai migranti provenienti da altre regioni asiatiche.
Stretta fra due opposte esigenze, trattenere la Turchia sulla soglia dell’Unione o rimuovere l’ostacolo alla ripresa dei negoziati per l’adesione all’Ue, Merkel sembra avere adottato la seconda linea. Stiamo entrando in una nuova fase negoziale per l’ingresso della Turchia nella Ue? Vi saranno altre difficoltà, sollevate dai membri dell’Unione che disapprovano la politica del presidente Erdogan in materia di diritti umani e civili. E occorrerà attendere per sapere se il desiderio di Europa prevalga nel leader turco su altre considerazioni più nazionali.