venerdì 4 settembre 2015

Repubblica 4.9.15
Il sociologo Alain Touraine
“Aiutare chi fugge è un dovere nel nome della fratellanza”
“I rifugiati scappano da guerre che l’Europa non sa fermare”
intervista di Anais Ginori


PARIGI «Non stiamo parlando di buoni sentimenti, ma di diritti fondamentali». Il sociologo Alain Touraine sta sorseggiando un caffè in una brasserie parigina. Quando gli si chiede cosa pensa dell’Ue che avanza divisa sulla questione dei profughi quasi si strozza per la rabbia. «È ignobile il comportamento dei paesi dell’Est, soprattutto pensando a tutto quello che noi dell’Europa centrale abbiamo fatto per loro», osserva il novantenne Touraine. «Le dichiarazioni di Viktor Orbán sono scandalose. Dovrebbe essere espulso immediatamente dall’Unione europea».
Solo Angela Merkel è all’altezza dell’urgenza?
«Oltre ai gesti, mi colpiscono le parole. Ha ragione la Cancelliera quando parla di diritti universali. Siamo entrati in un tipo di società in cui ciò che conta è la moralità, l’etica. Per l’Occidente è un dovere accogliere i rifugiati. Aiutando loro, in fondo difendiamo anche la nostra identità profonda. Se non lo faremo, ci saremo smarriti».
La Germania accoglierà 800mila rifugiati, la Francia dieci volte meno. È egoismo?
«Non è una questione umanitaria ma di democrazia, di diritti fondamentali. La Francia, come altri paesi, è un’ex potenza coloniale e dovrebbe avere almeno un maggiore senso di responsabilità e della Storia. Hollande ha sbagliato quando mette la frontiera a Mentone oppure accetta di far vivere al freddo e in mezzo al fango i migranti di Calais».
Il dibattito è ormai dominato dagli argomenti del Front National?
«Il governo è in cerca di voti. Ma non li avrà facendo così. Sono sempre più convinto, attraverso gli studi che faccio, che la più grande differenza tra destra e sinistra è la ricerca di una certa moralità. La gauche tradisce se stessa in questo momento. E va verso la rovina».
Perché allora tutto diventa così difficile quando si parla di immigrazione?
«Bisogna dire la verità. I rifugiati hanno il diritto di venire da noi, visto che sono perseguitati e non possono vivere nel loro paese, spesso anche a causa di guerre che noi non abbiamo saputo fermare. Inoltre, queste persone non sono per forza un fardello per le nostre economie».
La Francia ha smarrito i suoi valori?
«Uno in particolare: la fraternité. La fratellanza dovrebbe essere parte della nostra identità. I francesi leggono sui banchi di scuola i Miserabili di Victor Hugo in cui il vescovo di Digne offre rifugio al ladro Valjean, senza consegnarlo alla polizia. Il dovere d’accoglienza fa parte della nostra cultura: dovrebbe essere un comandamento non solo per credenti ma anche per chi fa parte della République. Io farei addirittura una legge al contrario: punirei chi non offre riparo ai bisognosi ».
È una provocazione?
«Non solo. Bisogna capire che il tema dei rifugiati è centrale. Trovare una soluzione decente per i rifugiati è un nostro dovere».