martedì 1 settembre 2015

La Stampa 1.9.15
I giudici: tremila maestri devono essere assunti
Sentenza del Consiglio di Stato. Il Pd: basta bloccare la scuola con i ricorsi
di Ilario Lombardo


Ora bisognerà capire soltanto quando questi tremila diplomati magistrali verranno inseriti nelle graduatorie del grande piano di assunzioni della Buona Scuola. Perché è indubbio, e lo confermano le reazioni del Governo, che dopo l’ordinanza depositata ieri dal Consiglio di Stato, in un modo o in un altro anche loro hanno adesso diritto a una cattedra e a staccare il bigliettino della riforma. Il punto è capire quando. Perché alla notizia del provvedimento, gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia che hanno seguito il riscorso presentato da due associazioni, A.d.i.d.a e La Voce dei Giusti, hanno chiesto che i diplomati magistrali in questione abbiano l’immediata immissione in ruolo nelle graduatorie della scuola primarie e dell’infanzia. Anzi, sostengono, avrebbero dovuto già prender parte all’assegnazione dei posti della cosiddetta fase Zero (36 mila cattedre). Uno scenario che creerebbe uno sconquasso nel cronoprogramma governativo.
Perché se davvero si verificasse lo scenario in cui il ministero dell’Istruzione fosse costretto a rivedere tutte le immissioni in ruolo assegnate, ci sarebbero, a scalare, ricadute su tutti gli altri gradi delle assunzioni, legati tra di loro, di fatto compromettendo la fase B che partirà alla mezzanotte e un minuto di domani 2 settembre. Un congelamento sarebbe il caos. Una prospettiva che a viale Trastevere non vogliono nemmeno prendere in considerazione. Almeno nelle dichiarazioni. «Non cambia nulla, saranno inseriti il prima possibile». Sì, ma quando?
Ci prova Francesca Puglisi a spiegare gli umori e le ragioni del ministero. La senatrice è la responsabile Scuola della segreteria del Pd, una delle autrici della riforma: «Era molto probabile che sarebbe finita così. L’ordinanza ci dice che questi diplomati sono abilitati? Bene, dovranno aspettare di entrare in graduatoria. Altrimenti, se vogliono, possono partecipare al concorso previsto per il prossimo anno». Il ragionamento del governo è semplice: «Il piano di assunzioni va fatto seguendo le graduatorie così come sono formate alla data di entrata in vigore della legge». Cioè: il 14 luglio. Oggi i giudici amministrativi dicono che ne devono far parte altri precari, molti dei quali abilitati da un diploma preso prima del 2002? Una decisione che arriva ormai a lavori in corso, spiega Puglisi: «Non è che ora rimettiamo in ballo tutto: la scuola non può essere bloccata da sentenze e ricorsi».