La Stampa 19.9.15
Il radicale diventato “borghese”
che non spaventa più la troika
Abbandonato dalla destra e dalla sinistra di Syriza ora rischia di dover accettare alleanze instabili
di Tonia Mastrobuoni
Mai come stavolta le elezioni greche saranno decise dai dubbiosi e dai delusi, dalle schede bianche, dalle astensioni e dalle decisioni dell’ultimo minuto.
Al momento Alexis Tsipras e Evangelis Meimarakis sono testa a testa nei sondaggi, ma c’è un enorme componente di indecisi. Quasi dieci milioni di greci decideranno domani se dare una seconda opportunità al leader della sinistra radicale che ha dovuto rinunciare a molte promesse per scendere a patti con l’Europa, o se restituire il Paese ai conservatori che hanno dominato la politica greca nell’ultimo trentennio. In soli sette mesi, per garantire al suo Paese la sopravvivenza nell’euro, Tsipras si è dovuto togliere la veste da pasionario delle piazze per imboccare il sentiero della realpolitik. Tuttavia, dopo una serie di spettacolari giravolte, resta il politico più amato dai greci.
I patti con la trojka
L’ingegnere ateniese è sceso a patti con la trojka dei creditori Bce-Ue-Fmi, ha conquistato un nuovo, terzo piano di salvataggio da 86 miliardi in cambio di riforme e di un impegno a discutere su come alleggerire il mostruoso debito pubblico che vale il 180% del Pil. Ma per strada ha perso una fetta consistente del suo elettorato. Domani si capirà quanto è grave l’emorragia di consensi per Syriza. E dopo la scissione dell’ala sinistra capeggiata da Panagiotis Lafazanis, gira voce che possa esserci una nuova rottura nel partito, sempre a sinistra.
Intanto, per l’Europa, l’ansia e le incognite rispetto alle elezioni di gennaio sono più contenute. Chiunque vincerà cercherà rapidamente alleati per una coalizione di governo che possa andare avanti con gli aggiustamenti in cambio di soldi. Anche sulle alleanze, Tsipras è diventato più possibilista rispetto a gennaio. L’unico problema è che sia lui sia Meimarakis potrebbero vincere talmente di misura da essere costretti a coalizioni instabili e rissose che potrebbero costringere Atene a nuove elezioni entro breve.
Tsipras ha deluso tanti greci, che non lo voteranno per ragioni molto diverse, spesso opposte. Da quando, appena quattro anni fa, era il «partito degli indignados» e valeva il 5% in Parlamento, ha assorbito un elettorato eterogeneo. Dai vecchi militanti trotzkisti ai socialisti delusi dal Pasok, il partito che ha adottato per primo l’austerità per scongiurare il default. Dopo sei mesi inconcludenti di negoziato con la trojka, Tsipras rischia l’abbandono della destra e della sinistra del suo partito.
Syriza è diventato un grande partito borghese, ma molti hanno ancora la sensazione che non sia abbastanza maturo per governare. L’ampia fetta di classe media che lo aveva votato - lavoratori dipendenti e pensionati sui quali sono ricaduti gran parte dei sacrifici - ha visto precipitare in sei mesi la situazione economica. Ed è in parte propensa a tornare a votare i vecchi partitoni che hanno governato, alternandosi, dagli Anni 80. Visto che il Pasok è ormai un partitino, molti sondaggi mostrano che questa componente di Syriza voterà il maggiore partito di opposizione, anche se conservatore, Nuova Democrazia.
A sinistra della sinistra
La sinistra del partito si è cristallizzata con l’evento politico più traumatico da anni, il referendum del 5 luglio, che alcuni avevano interpretato come una scelta tra euro e dracma, altri come un plebiscito su Tsipras, per rafforzarne il mandato in Europa, per negoziare il nuovo salvataggio. I primi non voteranno più Syriza: per loro Tsipras ha tradito il 62% di «no». In parte voteranno Unità popolare, il partito di Lafazanis, dato attorno al 3-5%, ma in parte non voteranno affatto, convinti che il «corsetto» dell’euro abbia tolto ormai ogni significato alle elezioni democratiche. È di loro, in prospettiva, che bisogna preoccuparsi, per non alimentare populismi e spinte anti democratiche. Negli ultimi sondaggi, anche questo non va mai dimenticato, i neonazisti di Alba Dorata sono il terzo partito greco. E una parte di chi voterà le teste rasate, sempre secondo i sondaggi, proviene già da Syriza.