giovedì 17 settembre 2015

La Stampa 17.9.15
Duello a Westminster
Corbyn sfida Cameron: “Con me parla la gente”
di Alessandra Rizzo


Si dice che lo spazio tra i banchi del governo e quelli dell’opposizione nel parlamento britannico sia pari alla lunghezza di due spade sguainate, segno dei tempi che furono. Nel primo duello con il premier, il nuovo leader laburista, Jeremy Corbyn, non ha sfoderato la spada, anche se non è mancata qualche staffilata. Corbyn ha incalzato David Cameron con domande su welfare, servizio sanitario e caro-case suggeritegli dai suoi elettori, ma non ha sferrato nessun vero colpo nè inflitto ferite.
La prima uscita parlamentare di Corbyn era attesa con impazienza, il socialista anti-austerity contro il ricco e aristocratico primo ministro conservatore. I «bookmakers» accettavano addirittura scommesse sugli abiti che il neo-segretario avrebbe indossato: cravatta sì o no? Alla fine la cravatta Corbyn se l’è messa, ma ha lasciato da parte il tradizionale blu o grigio per tenere fede all’amato beige. Corbyn ha introdotto un tono pacato in un rito settimanale che è tanto un esercizio di democrazia quanto un teatrino che talvolta sfocia nel ridicolo: il «Prime Minister’s Questions», 30 minuti in cui il capo di governo si sottopone alle domande di opposizione e deputati tra applausi, risatine e mugugni di disapprovazione.
Corbyn aveva chiesto agli elettori di suggerirgli le domande: ne ha ricevute 40 mila e ne ha scelte sei. «Ho pensato di fare le cose in maniera diversa», ha detto, spiegando di voler rendere il «Question Time» un’occasione per dibattere i problemi reali del Paese. Così Marie e Steven chiedono del caro-affitti, Claire vuole risposte sul welfare, Angela sul sistema sanitario. Attraverso di loro, Corbyn ha attaccato le politiche di austerity del governo e i «tagli vergognosi» allo stato sociale. Ma nessuna domanda ha creato problemi a Cameron, che ha risposto a tono: «Solo con un’economia forte si può garantire un servizio sanitario forte». Il premier ha avuto vita facile nell’attaccare la politica estera e di difesa di Corbyn, che vuole smantellare il deterrente nucleare ed è tiepido su Nato e Ue.
In queste prime schermaglie Corbyn può comunque tirare un sospiro di sollievo: ne è uscito bene, dopo gaffe e decisioni controverse seguiti alla sua elezione a segretario del Labour. La composizione del governo ombra ha creato sconcerto: nessuna donna in posti di rilievo e, nel ruolo chiave di cancelliere, un socialista e vecchio amico, John McDonnell, che vorrebbe «rovesciare il capitalismo». Corbyn è stato inoltre criticato per non aver cantato l’inno nazionale durante le commemorazioni per la Battaglia d’Inghilterra. Un «silenzio rispettoso» secondo lui, una gaffe secondo quasi tutti gli altri.