il manifesto 6.9.15
Syriza scavalcata a destra nei sondaggi
La Grecia verso il voto. Tre diversi istituti demoscopici danno sostanzialmente un testa a testa tra il partito di Tsipras e Nuova democrazia. L’ex premier resta al momento il più quotato, ma il nodo di fondo saranno le alleanze
di Teodoro Andreadis Synghellakis
Quella che sembra profilarsi, in Grecia, è una lotta all’ultimo voto. Due sondaggi resi noti a ventiquattro ore di distanza, danno un’immagine di estrema incertezza, con una sfida ancora tutta aperta.
Secondo la società demoscopica Pulse, a Syriza va il 25,5% delle intenzioni di voto, mentre il centrodestra di Nuova Democrazia è al 25%. Seguono, a grande distanza, i neonazisti di Alba Dorata, con il 6%, e i socialisti del Pasok, alleati del piccolo partito Sinistra Democratica, con il 5,5%. Per la società demoscopica Gpo, invece, sono i conservatori di Nuova democrazia ad avere un leggerissimo vantaggio, dello 0,3%. Il centrodestra, quindi, sarebbe al 25,3%, il partito di Alexis Tsipras al 25%, Alba Dorata al 5,5% e il Pasok al 5,3%.
In tutti e due i casi Tsipras prevale sul rivale conservatore Vanghèlis Meimaràkis: il 36% del campione statistico della società Pulse è convinto che sia il più adatto a governare, mentre il 33% sceglie Meimaràkis. E anche nel sondaggio della Gpo, alla domanda «chi pensate che possa gestire meglio il memorandum firmato con i creditori?» il 28,8% indica Tsipras, mentre il presidente di Nuova democrazia si ferma al 27,1%.
Un terzo sondaggio, poi, della società Mrb, dà i due maggiori partiti in assoluta parità, con il 25,1% delle intenzioni di voto.
È chiaro che in queste due settimane di campagna elettorale, prima che si torni alle urne, Syriza punterà sul carisma del suo leader, molto più forte di quello del suo diretto concorrente, che ha sostituito l’ex primo ministro Andònis Samaràs dopo la sconfitta di gennaio. Ma è altrettanto palese che la coalizione della Sinistra radicale greca dovrà saper far valere efficacemente le proprie ragioni.
È stato fissato, nel frattempo, il dibattito televisivo con la partecipazione di tutti i leader politici: si svolgerà il 9 settembre, lasciando fuori il neonazista Nikos Michaloliàkos. Farà da moderatore un giornalista della televisione pubblica Ert, mentre potranno porre una serie di domande sull’economia, l’immigrazione, le politiche sociali e l’istruzione, sei giornalisti di altrettante reti private. Il 14 settembre si confronteranno in un faccia a facca, sempre negli studi della Ert, Tsipras e Meimaràkis.
L’ ex portavoce del governo della sinistra, Olga Jerovassìli, ha ribadito che «Syriza collaborerà solo con forze politiche che vogliono contrastare l’austerità dei memorandum». Il messaggio è abbastanza chiaro: non ci sono possibilità di arrivare ad intese con la destra, mentre, a quanto sembra, potrebbe crearsi qualche spiraglio per tornare a trattare, dopo le elezioni, con i venticinque ex deputati di Syriza che hanno voluto aderire a “Unità popolare” di Panajotis Lafazànis. E lo stesso Tsipras non esclude una coalizione con i socialisti del Pasok, ma «solo se questo partito si libererà veramente dalle zavorre del passato». Il leader quarantunenne della sinistra greca si riferisce, innanzitutto, come sottolineano molti analisti, all’ex vice primo ministro Evanghelos Venizelos, il quale ha cogestito, col centrodestra, gran parte delle politiche di austerity.
Per ora, dal Pasok la risposta è piccata: «È bene che Tsipras di occupi delle sue zavorre», hanno commentato molti esponenti socialisti, lasciando anche filtrare che ritengono necessario puntare ad un governo di larghe intese con i vecchi alleati di Nuova democrazia. Ma dopo la chiusura dei seggi, le distanze con Syriza potrebbero notevolmente accorciarsi.
Nello stesso momento in cui si inizia a parlare di un possibile riavvicinamento tra Syriza e il centrosinistra socialista, nello schieramento opposto sono iniziati i contatti tra Nuova democrazia e la formazione centrista del Fiume, guidata dal giornalista Stavros Theodorakis. Dopo le dimissioni di Samaràs, Nuova democrazia sta cercando di provare a ricostruire una facciata più moderata, ed una collaborazione con il Fiume, che non ha mai fatto mistero di vedere positivamente tutta una serie di cosiddette “riforme” (dalle privatizzazioni al superamento dei contratti collettivi di lavoro) non dovrebbe incontrare particolari ostacoli.
Tsipras, però, che, ad Atene, ha già parlato ai suoi sostenitori nei quartieri popolari di Egàleo e Kesarianì, mette nuovamente l’accento sull’importanza di questo voto, e sulle sue conseguenze: «Volete scegliere il centrodestra e i suoi alleati, che hanno spinto il nostro paese nel fosso, o Syriza, che ha dato l’anima, sino a sanguinare, proprio per cercare di far uscire la Grecia dal fosso?», ha chiesto il leader della sinistra greca. Si è nuovamente impegnato a difendere i diritti dei giovani, dei pensionati al minimo, degli agricoltori e dei disoccupati.
Syriza, infine, riguardo al programma elettorale elaborato lo scorso anno a Salonicco, valuta che sia stato applicato più del 50% dei suoi punti fondamentali (sostegno ai redditi minimi, cento rate mensili per saldare i debiti con lo Stato, riapertura della tv pubblica, cittadinanza ai figli degli immigrati) e si impegna a tornare a governare nel rispetto dei valori e delle priorità della sinistra.