Il Fatto 22.9.15
Matteo loda Tsipras e attacca Corbyn
Anche ‘sto Varoufakis se lo semo tolto di mezzo”. Parla in romanesco Matteo Renzi, con una certa soddisfazione perché “chi di scissione colpisce, di elezione perisce” (ogni riferimento alla minoranza Pd non è puramente casuale). Durante la direzione fa i complimenti a Tsipras. Perché “Alexis ha avuto il coraggio di chiudere l'accordo in Europa e di chiamare le elezioni”. I giudizi del premier italiano su quello greco negli ultimi mesi erano stati tutt’altro che positivi. Matteo si vedeva sfilare lo scettro del rottamatore in Europa, con un leader che andava avanti a colpi di chiamate alle urne. E allora, è uno Tsipras addomesticato quello che salutava ieri Renzi. Uno che ha stretto un accordo più sfavorevole rispetto a quello per il quale aveva ottenuto il no dei greci al referendum. Renzi si è congratulato con il vincitore già domenica sera. E ci ha tenuto a far sapere che Palazzo Chigi era stato perennemente in contatto con Tsipras negli ultimi giorni. Atteggiamento ben diverso da quando il 29 giugno twittava: "Il punto è: il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione Ue e Tsipras ma euro contro dracma. ”. E poi, qualche giorno dopo attaccava: “Il referendum è una scelta politica che a mio giudizio è molto azzardata: non è detto che se la posizione di Tsipras vincesse, le misure per i cittadini sarebbero più semplici”. L’Alexis che ha spaccato Syriza fa meno paura al premier. Il nemico (europeo) da attaccare è un altro. E si chiama Jeremy Corbyn, il vincitore delle primarie inglesi. “Il Labour party è rimasto l’unico luogo che gode nel perdere dopo il ritiro dei Washington Generals (squadra di pallacanestro, ndr), che si sono ritirati dopo 63 anni di sconfitte”. Solita ironia: “Non si tratta di essere blairiani o no, si tratta di capire se si va alle elezioni come alle Olimpiadi, cioè perpartecipare o se si va per vincere, ogni tanto”. Quando Matteo vede troppo rosso la paura avanza. Prossimo attenzionato: Pablo Iglesias, il leader di Podemos, che si misura alle elezioni spagnole a novembre.