giovedì 3 settembre 2015

Corriere 3.9.15
Grasso sotto pressione: serve un accordo politico
Il presidente del Senato e la riforma: il mio un ruolo tecnico, sull’articolo 2 non ho ancora le carte per decidere
di Monica Guerzoni


ROMA Prima di rientrare da New York il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha rilanciato il pallone della riforma costituzionale nel campo della politica. Senza ovviamente citare Renzi, la seconda carica dello Stato ha spronato il premier a cercare un’intesa con le opposizioni, per scongiurare uno scontro che potrebbe avere ripercussioni traumatiche sul governo.
«Non ho ancora le carte per decidere, lo farò quando arriveranno gli emendamenti per l’aula...» ha risposto Grasso ai giornalisti martedì notte. «Il mio auspicio è che bisogna usare questo tempo per un eventuale accordo politico» ha aggiunto l’inquilino di Palazzo Madama, che forse spera di scrollarsi di dosso, almeno in parte, il peso di un verdetto cruciale. Spetta al presidente del Senato, infatti, decidere se dare il via libera all’emendabilità dell’articolo 2 del ddl Boschi, quello che prevede la non elettività dei senatori e che la minoranza del Pd interpreta come un tassello fondamentale per la tenuta del sistema democratico. Grasso è orientato a riaprire un capitolo che il governo ritiene archiviato e i renziani vedono il rischio di un conflitto con la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro, contraria a modifiche. «Rivotarlo tutto sarebbe una forzatura difficilmente spiegabile — avverte Giorgio Tonini, vicecapogruppo pd —. Ma il presidente è sovrano e rispetteremo la sua decisione».
Pressato da ogni parte (e con 513.450 emendamenti approdati sul sito del Senato), Grasso si dice «ottimista», conferma la necessità di «piccoli aggiustamenti per dare coerenza a una riforma che deve durare per anni» e intanto porge il cerino ai leader dei partiti. Il presidente ricorda che il nodo da sciogliere è tutto politico, non regolamentare e sottolinea come il suo ruolo sia invece «non politico ma tecnico, di arbitro che applica le regole». Un chiaro invito ai giocatori perché la smettano di darsele di santa ragione prima ancora del fischio di inizio.
L’accordo è lontano e nel Pd c’è chi spera in un miracolo alla Festa dell’Unità di Milano, dove stasera il ministro Maria Elena Boschi e Pier Luigi Bersani potrebbero incrociarsi. Ieri, a Montecitorio, l’ex segretario allargava le braccia: «Chi lo sa come va a finire...». Contatti con Renzi? «Io non l’ho visto». La ministra Pinotti ribadisce che «se non si fa la riforma si va al voto», eppure il premier non sembra troppo preoccupato e respinge il soccorso di Forza Italia in cambio di modifiche all’Italicum: «Hanno un’idea della politica come un immenso monopoli, è insopportabile».