martedì 29 settembre 2015

Corriere 29.9.15
Salvini esulta. «Farlo da noi? Sono per i piccoli passi» Accuse a Roma sul visto negato per la Nigeria
Il leader della Lega: «Noi siamo per l’autonomia. Vogliono collaborare? Io ci sono»
intervista di Marco Cremonesi


MILANO «Il primo nemico resta Bruxelles e l’Europa. L’indipendenza? Noi oggi siamo per il federalismo e l’autonomia». Matteo Salvini esulta per il risultato delle amministrative di Catalogna, dove la coalizione per l’indipendenza da Madrid ha ottenuto la maggioranza dei seggi nel parlamento di Barcellona. Eppure, il primo obiettivo politico della Lega, oggi, non è più l’indipendenza da Roma: «Io devo raggiungere passo passo quello che è possibile realizzare».
E cioé, al momento, i referendum per l’autonomia delle rispettive regioni indetti da Lombardia e Veneto: «Spero che si riesca ad accorpare i referendum in un election day con le amministrative della prossima primavera». Va detto che non sarebbero consultazioni sul tipo di quella scozzese, sì o no all’indipendenza, ma solo per forme di autonomia previste dalla costituzione: la Consulta ha infatti già bocciato il referendum indipendentista veneto.
Inoltre, anche in Catalogna i favorevoli all’addio a Madrid non hanno raggiunto la maggioranza dei votanti (48%). Solo i seggi prevalgono, per effetto della legge elettorale. In Italia, come andrebbe? «Io per il 48% farei la firma. Ma il punto, ripeto, è l’Europa. È il no all’Europa che oggi motiva le persone. Basta guardare il voto in Ungheria, Polonia e Grecia. Mentre un sondaggio sul Times di ieri dice la maggioranza degli inglesi sarebbero per uscire dall’Ue».
Di certo, al momento non sembra che in Italia sia facile costruire un’alleanza non si dice sull’indipendenza ma almeno sul no a Bruxelles. Salvini, però, non lo esclude: «È vero che ogni paese ha storie diverse. Però si potesse costruire una coalizione per l’autonomia e il federalismo, io sono a disposizione. Nemmeno è così fuori dal mondo: in Friuli, in Sardegna, nel Salento il tema del via dall’euro non è confinato alla Lega. Io sono a disposizione per la costruzione di un progetto di questo genere».
Resta il fatto che il 90 per cento degli striscioni alla festa leghista di Cittadella era a favore dell’indipendenza. E i Giovani padani continuano a reclamarla: «Ma è giusto. È normale che un ventenne punti al risultato massimo. Io poi devo realizzare quel che mi è possibile realizzare, ma sono felice che ragazzi puntino all’obiettivo più alto».
L’entusiasmo vero è per l’affluenza: «È stato un segnale bellissimo, il 75% dei catalani alle urne. In tempi di crisi della politica e di sfiducia, la gente che fa la coda ai seggi non può che far piacere. Ma la gente oggi sa che se partecipa, tutto può cambiare». E anche a Barcellona, secondo Salvini, il grande nemico è stato l’Europa: «Hanno tentato di intimidire, minacciare e ricattare i catalani in tutti i modi. Sono persino riusciti a dire che in caso di vittoria della coalizione per l’indipendenza, il Barcellona sarebbe stato fuori dalla Liga spagnola e dalle coppe europee. Cose da pazzi... Ma, appunto, la gente non si è fatta spaventare». In ogni caso, «un risultato positivo è che il premier ha detto ai catalani incontriamoci e parliamo. È quello che è successo anche in Scozia. Dopo il referendum sull’indipendenza, anche se non è passato, il governo di Londra ha dovuto fare riconoscimenti in risorse e in competenze».