Corriere 28.9.15
Gli esperti di Varoufakis al capezzale di Corbyn
di Davide Casati
Jeremy Corbyn non ha ancora parlato alla sua prima conferenza da leader del Labour, ma i guai già si stanno addensando sul suo capo (e sulla sua capigliatura, arruffata nonostante i tentativi del figlio di darle una postura degna di un leader).
Prima è arrivata la lista degli assenti alla tre giorni avviata ieri: una lista che include tutti gli ex leader del Labour ancora in vita, da Neil Kinnock a Tony Blair, da Gordon Brown a Ed Miliband. Poi un’intervista — quella di ieri all’ Observer — che voleva probabilmente essere strumento della riaffermazione della volontà del leader («Ho quel che serve per essere premier») ma che suonava terribilmente come excusatio parecchio petita («Non mi dimetterò: sono il rappresentante, e il prodotto, di un movimento democratico»).
Ma il peggio — forse— è giunto in un annuncio dato al mondo dal Financial Times . Che ieri sera rivelava la composizione del team di consiglieri che, riunendosi quattro volte l’anno, aiuterà Corbyn a scrivere i documenti programmatici di politica economica del new-new-Labour (e terrà lezioni per i parlamentari). Un team che pare un bignami della sinistra-sinistra che conta: soprattutto per la presenza di Thomas Piketty, autore dell’acclamatissimo Il capitale nel XXI secolo , e del Nobel Joseph Stiglitz.
Compagni di strada ingombranti, per un’impresa formidabile. Ma a cui prestare attenzione. Perché — come spiegava il giornalista Yannis Palaiologos a Politico — alcuni di questi esperti formavano il think tank informale che ha ispirato, senza metter mano alle tasche per puntare una sola fiche , la scommessa giocata dalla Grecia con la linea-Varoufakis. Ora, senza aver mai fatto cenno a una marcia indietro, puntano a portare la loro internazionale del radicalismo anti-austerity al di là della Manica. C’è da scommettere che, tra i loro più grandi fan, ci sia anche David Cameron.