mercoledì 16 settembre 2015

Corriere 16.9.15
Lo stile al debutto «God save the Queen»
E Corbyn in chiesa non cantò l’inno
di Fabio Cavalera


L’inno non gli va. Il primo strappo alle consuetudini della politica britannica Jeremy Corbyn lo compie nella cattedrale di San Paolo, quando in mattinata si celebra la funzione per ricordare i morti della Raf nella battaglia d’Inghilterra. Il look è elegante ma la cravatta rossa è allentata e l’ultimo bottone della camicia slacciato. Il che fa a pugni con la perfezione delle divise e degli abiti attorno. Ma la vera sorpresa è che il nuovo leader dei laburisti mentre tutta la chiesa canta «God save the Queen» resta muto e lascia i tradizionalisti di sasso. Provocazione? Jeremy Corbyn, repubblicano dichiarato, allontana i sospetti: «L’eroismo della nostra aviazione è qualcosa a cui noi tutti dobbiamo un enorme debito di gratitudine. Per questo sono rimasto in rispettoso silenzio». Che abbia studiato a tavolino la mossa o meno, è chiaro che il neo eletto Corbyn esce dagli schemi dell’ultimo ventennio laburista. Evita l’eleganza ricercata e cerca di trasmettere l’immagine dell’uomo che non urla slogan di fuoco. Come se volesse rendere normale e quotidiana la sua versione «educata» del radicalismo politico.
La prima giornata pubblica di Jeremy Corbyn ci racconta proprio questo: che nei fatti, negli atti, nei discorsi ci deve essere un segno di discontinuità col recente passato laburista. La funzione religiosa per i martiri della seconda guerra mondiale con il silenzio all’inno. La stretta di mano e il sorriso di David Cameron, col quale duellerà oggi nel Question Time ai Comuni. E la corsa dai delegati sindacali del «Trades Union Congress», la sua platea, per raccogliere 15 minuti di ovazioni grazie a un intervento che tocca corde sensibili ma anche qui evitando i toni da guerra civile.
«Possiamo vincere nel 2020». Jeremy Corbyn ha bisogno di cinque anni per fare digerire il cambio di marcia. Si parte con l’opposizione dura ai tagli al welfare. «Terremo sotto controllo la spesa sociale ma non impoverendo le famiglie». In luglio, ai Comuni, il partito si era astenuto sulla riforma dei sussidi. Ieri ha votato contro. La via di mezzo non esiste più. La scommessa è quella di non spaventare l’elettorato moderato. Il passo d’avvio è dunque un modo di comunicare fermo, diretto ma privo di estremismi verbali. La cura Corbyn è cominciata. Servirà?