venerdì 28 agosto 2015

Il Fatto 28.8.15
Il principe dell’indifferenza prepara il partito della Nazione
di Pino Corrias


Solo un vero principe dell’indifferenza come Matteo Renzi poteva pronunciare una frase così statica nella sua dinamica: “Berlusconismo e antiberlusconismo per me pari sono”. L’ha fatto en passant, l’ha fatto di corsa, e almeno questo non fa parte del trucco, ma della sostanza. Segnala che l’indifferenza – eterna malattia dell’Italia contemporaneamente bigotta e criminale, individualista e insieme familista – sta tornando a stendersi come un velo e a esercitare la sua funzione più preziosa per il potere, quella di raccordare il passato al presente, a uniformarlo cancellando le differenze tra chi è stato pro e chi contro, chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso, chi si è venduto l’anima e chi ha fatto almeno un mutuo per tenersela. Assolvere tutti nella equivalenza dei comportamenti non è una cosa da poco. È una scelta politica. È una scelta culturale. È un memento a futura memoria, una efficace pedagogia per le giovani generazioni. Fa parte anche lei della lunga marcia intrapresa da Renzi per assegnare al Partito democratico la vocazione maggioritaria, trasformandolo nel partito della Nazione. L’indifferenza serve a questo, a incorporarne tutti i difetti molto prima dei pregi.