domenica 12 luglio 2015

La Stampa 12.7.15
Sel pronta a cambiare per federare la sinistra
di Ilario Lombardo


Potrebbe anche chiamarsi Pds, Partito della Sinistra. O, più semplicemente, la Sinistra. Diversi sono i nomi allo studio. Si vedrà. Intanto c’è la conferma: a ottobre nascerà il tanto atteso nuovo soggetto che finora siamo stati costretti a definire, un po’ Nanni Moretti un po’ John Carpenter, la «cosa rossa», l’arcipelago delle varie sinistre, ex Pd, ex grilline, ex comuniste, ambientaliste, sindacaliste che cercano una casa comune. Sel diventerà altro. Nichi Vendola ha indicato la rotta ieri, proponendosi come federatore di un nuovo partito, che verrà battezzato, con tanto di nuovo simbolo, in una grande convention d’autunno, nella speranza di mettere insieme Pippo Civati e il suo movimento «Possibile» e la coalizione sociale di Maurizio Landini. In platea, durante l’assemblea nazionale di Sel che ha ratificato la decisione, si intravede anche il vecchio avversario di Rifondazione, Paolo Ferrero: «Bersani ci ha diviso, Renzi ci ha riunito» dice. Ci sono anche due ex 5 Stelle e a nome dei fuoriusciti Pd c’è Stefano Fassina. Vendola si tiene ancora prudente sullo scioglimento di Sel. Parla di «investimento» e assicura che si eviteranno le esperienze fallimentari del passato. A solo sentirla nominare, la Sinistra Arcobaleno, il flop del 2008, si infervora: «Non faremo più cartelli elettorali improvvisati che siano un semplice accrocchio di ceti politici». Sul vento nuovo di Syriza e Podemos, l’obiettivo è «una sinistra moderna» capace di tentare i delusi del Pd, lontana «dalla sinistra del rancore, dei custodi delle tombe». Ma diversa anche dal partito della Nazione di Matto Renzi che ha segnato il de profundis per il centrosinistra. Il primo banco di prova saranno le amministrative del 2016, dove l’alleanza con il Pd «non sarà più la regola, ma l’eccezione».