lunedì 22 giugno 2015

Repubblica 22.6.15
La scrittrice Anna Grue
“Ormai il linguaggio dell’odio è entrato nei salotti buoni”
intervista di A. T.

COPENAGHEN «ANCHE qui nel Grande Nord purtroppo cresce la confusione. Molta gente da noi è diventata prigioniera della paura di condividere con gli altri». Così parla la grande giallista danese Anna Grue, che nei suoi polizieschi, come tanti altri scrittori scandinavi, narra sullo sfondo tensioni e drammi sociali il trauma del dopo-voto danese.
Populisti in volo in Danimarca, in Finlandia, in Svezia... Anna, che succede nel Grande Nord?
«Succede che purtroppo certi linguaggi, certe frasi, considerate oscene e incompatibili coi nostri valori costitutivi , adesso sono entrati nei salotti buoni. In molti strati sociali è diventato di moda, legittimo, parlare male dei migranti come dei senzatetto o dei disoccupati, dire che sono un peso per gli altri e non concittadini o comunque esseri umani da integrare. Si è diffusa in modo strisciante una tendenza all’odio verso chiunque ci appaia diverso».
In Danimarca però l’ex premier di sinistra Helle Thorning-Schmidt era molto popolare, anche grazie ad un linguaggio duro sui migranti. Perché non è bastato?
«Per molte ragioni. La maggioranza ha preferito gli slogan duri delle destre alle loro imitazioni. Helle da una parte ha deluso i suoi elettori tradizionali, dall’altra ha finito per rafforzare i sentimenti di esclusione senza riuscire a convincere chi li condivide di poterli rappresentare. È caduta in una trappola che si è costruita da sola».
Tanta rabbia e paura degli “altri”, nel cosiddetto paese più felice del mondo?
«Purtroppo sì. Forse anche perché cominciano a mancarci figure di grandi intellettuali engagé , che siano voce della memoria dei valori costitutivi del nord. Il loro silenzio aprono le porte alle paure di chi pensa con la pancia: paura dei migranti, paura di non riuscire a tener per sé i propri soldi. E non dimentichiamo un altro shock».
Quale?
«Il sanguinoso attentato a Copenaghen mesi fa. Ecco, quel gesto barbaro di una o due figure isolate ha scatenato una paura dei migranti tout court , specie islamici. Anche su questo sfondo, gli establishment di destra o sinistra si lasciano sedurre dalla tentazione di parlare come xenofobi e populisti. Ma questi poi finiscono per vincere. Somigliamo a voi cari italiani: siamo gente che ama godersi la vita e le città d’arte, eppure il razzismo si diffonde. Non a caso noi danesi compriamo case di vacanza ovunque, ma un tedesco o un italiano, non dico un extracomunitario, che vuol comprarne una da noi ha bisogno d’ottenere un difficile permesso sociale. Ciò la dice lunga sul nostro animo collettivo».