sabato 20 giugno 2015

La Stampa 20.6.15
In piazza per il Family day. “No a unioni civili e gender”
Oggi a Roma attese 400mila persone in difesa della famiglia tradizionale
I vescovi: condividiamo i contenuti dell’iniziativa, non il metodo usato
di Giacomo Galeazzi


Sfileranno in 400mila contro il ddl Cirinnà che equipara le famiglie gay e lesbiche a quelle regolarmente sposate. Marceranno sotto le bandiere di decine di associazioni cattoliche e movimenti ecclesiali, senza però l’avallo ufficiale dei vescovi né un messaggio «ad hoc» di Francesco. A difesa della famiglia tradizionale e contro la diffusione del «gender»nelle scuole. «Una piazza spontanea di papà e mamme», secondo il Family day. «Mossa politica», per gli attivisti pro-unioni civili.
Senza l’avallo della Cei
Il numero due della Cei, Nunzio Galantino ha chiarito di condividerne i contenuti ma non le modalità. La diocesi del Papa è scesa in campo con una lettera agli insegnanti di religione: «Il Vicariato di Roma non è tra i promotori ufficiali dell’iniziativa, ma la appoggia» ed esorta a «partecipare quantomeno per esprimere che i temi sensibili dell’educazione non possono essere imposti dall’alto». La manifestazione che mobilita il mondo cattolico e ne raduna le sigle oggi pomeriggio a Roma nasce più da un passaparola sui network che da convocazione istituzionale. Piazza «fai da tè».
Al Family Day è arrivata l’adesione del Pontificio Consiglio per la Famiglia e delle parrocchie romane perché «i nostri figli hanno il diritto di essere sostenuti da una famiglia fondata seriamente sul matrimonio». Molte le aspettative, poche le possibilità di bloccare il cammino di un testo che dalla commissione Giustizia passerà in Aula a luglio. La Santa Sede augura all’evento «un pieno successo, con la certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità». Si schiera l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra «non possiamo tacere, guai se il Signore ci rimproverasse con le parole del profeta: cani che non avete abbaiato». A schierarsi compatto sarà stavolta il laicato.
In piazza San Giovanni in Laterano ci saranno le famiglie numerose dei Neocatecumenali e il «Comitato parlamentare per la famiglia», con adesioni da Area popolare, Forza Italia, Lega, gruppo misto e Per l’Italia. Tra i promotori Alessandro Pagano (Ap), Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi, Roberto Formigoni, Paola Binetti, Eugenia Roccella. Nel mirino la diffusione della teoria del gender nelle scuole e il disegno di legge Cirinnà che equipara il matrimonio costituzionale ad altre forme di unioni, comprese quelle tra persone dello stesso sesso. Una svolta.
Idee di coppie a confronto
«Difendiamo i nostri figli», spiega il neurochirurgo Massimo Gandolfini, portavoce del corteo. Ci sarà il capogruppo del Pd in commissione Giuseppe Lumia: «Aprire la porta alla compravendita di materiale genetico e all’utero in affitto, il diritto negato al bambino ad avere un padre e una madre per soddisfare i desideri di chi reclama di poterlo comprare sul mercato sono aberrazioni che non c’entrano nulla con il diritto di vivere un rapporto di coppia all’interno del quale siano garantiti di diritti dei partner». In marcia per la famiglia tradizionale. A prescindere dall’esito.