lunedì 15 giugno 2015

La Stampa 15.6.15
Da Zuckerberg a Sheldon, la carica dei Nerd
Non chiamateli più sfigati: nell’era della rivoluzione web il cervello è sinonimo di potere e i “secchioni” trionfano
di Stefano Priarone


Dimenticate lo stereotipo del secchione sfigato che si preoccupa solo di computer, matematica e fumetti e viene perennemente preso in giro dai coetanei atletici e zucconi. Un cliché vecchio, antecedente alla rivoluzione culturale del terzo millennio, guidata da secchioni geniali come Bill Gates, Mark Zuckerberg (vera icona del genere, immortalata dal film The Social Network di David Fincher) o Steve Jobs: una rivoluzione che ha messo i cervelli al vertice della catena alimentare della cultura pop. Oggi nerd è sinonimo di progresso ma soprattutto di successo, ricchezza e potere e non c’è adolescente che non sogni di inventare una app geniale o un videogioco e «svoltare», come ha fatto lo svedese Markus Persson, conosciuto col nickname Notch, l’inventore del famoso videogioco Minecraft, che l’anno scorso ha venduto per 2,5 miliardi di dollari a Microsoft «non per soldi - ha detto con orgoglio - ma perché non sono un imprenditore, sono solo un programmatore nerd».
Il caso Sheldon
Non stupisce allora se la serie tv di maggior successo in tutto il mondo è The Big Bang Theory, storia di quattro amici geniali e disadattati arrivata all’ottava stagione, che ogni settimana raccoglie davanti allo schermo circa 20 milioni di spettatori: insomma, non ha nulla da invidiare agli amori da adolescenti ricche e glamour di Gossip Girl. Protagonisti sono quattro giovani scienziati che lavorano a Pasadena, al California Institute of Technology. Un fisico sperimentale, Leonard Hofstadter (Johnny Galecki), un fisico teorico, Sheldon Cooper (Jim Parsons), un astrofisico di origine indiana, Rajesh Koothrappali (Kunal Nayyar) e un ingegnere aerospaziale, Howard Wolowitz (Simon Helberg). Sono dei classici nerd: appassionati di fumetti, tecnologia, fantascienza e negati nei rapporti sociali.
La vera star (nonché l’attore televisivo più pagato di sempre negli Stati Uniti raggiungendo il milione di dollari a puntata) è Sheldon, il nerd all’ennesima potenza: intelligente ai limiti dell’autismo, vive in un suo mondo interiore, non capisce l’umorismo, è totalmente privo di capacità sociali o gusto nel vestire, ha la mania di etichettare tutto e nutre una autentica venerazione per il Dottor Spock di Star Trek. Sheldon è una autentica icona nerd, amata anche dai «normali» che disprezza: insospettabili indossano la maglietta con la sua celebre frase «I’m not crazy, my mother had me tested» («Non sono pazzo, mia madre mi ha fatto fare il test»).
Le passioni dei nerd
La rivoluzione culturale implica anche che i «normali» scoprano le passioni dei nerd, fumetti, fantascienza, tecnologia, videogiochi, passioni nate dalla difficoltà a socializzare e dal desiderio di rifugiarsi in mondi di fantasia, o nella tastiera di un computer. Passioni che stanno diventando trasversali, il che può a volte sconcertare chi le ha sempre nutrite e forse rimpiange i tempi in cui erano in pochi a conoscere Thor - che a onor del vero non era attraente come quello di Chris Hemsworth. Ma tant’è: al box office trionfano i film ispirati ai fumetti, spesso della Marvel come i vari Iron Man, Thor, Capitan America. È attesissimo (uscirà a dicembre) Il risveglio della Forza, il settimo film di Star Wars, saga amatissima dai nerd. Il caso più eclatante è avvenuto il 27 febbraio scorso, alla morte di Leonard Nimoy Dottor Spock. Online, su Facebook e Twitter il cordoglio era unanime, anche da parte di molti insospettabili. Citando il classico saluto degli alieni del pianeta Vulcano («Lunga vita e prosperità»), uno dei commenti era: «Ha avuto una vita lunga e prospera e ha cambiato la nostra vita per sempre».
Serie tv in arrivo
Siccome il filone promette guadagni, sull’onda del successo di The Big Bang Theory arrivano altre tre serie tv con nerd protagonisti. In Silicon Valley, (già in onda su Sky Atlantic) quattro amici programmatori sviluppano un algoritmo di compressione dati che potrebbe cambiare per sempre l’uso di internet, ma devono affrontare la spietata industria dell’informatica, fatta di eterni quindicenni sociopatici che, come loro, non hanno ancora imparato a interagire con altri esseri umani. Halt and Catch Fire fa un po’ il verso a Mad Men: se lì si raccontava il mondo dei pubblicitari Anni 60, qui si raccontano gli 80 degli albori informatici, dei Commodore 64 e dell’Atari, degli esordi dei vari Bill Gates e Steve Jobs. Infine in Mr. Robot il giovane e problematico Elliot, tecnico informatico di giorno e hacker anarchico di notte, viene reclutato da una banda di pirati informatici il cui piano è dare il via alla grande rivoluzione del XXI secolo: cancellare il debito e ridistribuire la ricchezza. Saranno i nerd a salvare il mondo?