mercoledì 10 giugno 2015

concorrenza sleale: l’unico “veggente” vuole essere lui...
Repubblica 10.6.15
Dopo il viaggio a Sarajevo, Francesco torna sull’argomento visioni
Non cita mai Medjugorje Ma critica “chi ha sempre bisogno di novità”
L’anatema del Papa contro i veggenti “La Madonna non manda emissari”
di Paolo Rodari


CITTA’ DEL VATICANO «La Madonna non manda emissari». Inutile, dunque, che vi siano fedeli che, spesso spinti da sacerdoti o suore, si chiedono: «Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle quattro del pomeriggio?». Ha bollato così, Papa Francesco, durante l’omelia di ieri mattina a casa Santa Marta, coloro che avendo bisogno «di novità dell’identità cristiana», favoriscono l’evolversi di un fenomeno non del tutto marginale all’interno della Chiesa cattolica: le adunate per assistere alle apparizioni di veggenti, per la maggior parte, fra l’altro, presunti tali.
Non ha parlato direttamente di Medjugorje, Papa Francesco, e cioè del piccolo paesino situato in Bosnia Erzegovina, vicino al confine con la Croazia, dove dal 24 giugno 1981 sei veggenti sostengono di avere delle apparizioni mariane. Apparizione che ancora oggi continuano, in varie parti del mondo, in orari sempre diversi, a seconda di dove gli stessi veggenti sono ubicati. E, dunque, le sue parole non possono essere lette come una bocciatura diretta delle stesse apparizioni. Anche se, certo, a pochi giorni dall’annuncio dato dallo stesso Pontefice sabato scorso di ritorno dal viaggio a Sarajevo della prossima uscita di un verdetto proprio su Medjugorje e le sue apparizioni, sono parole che aprono non pochi dubbi, se non tanto sul fenomeno in sé, quantomeno sulla condotta tenuta in questi anni dagli stessi veggenti. Fra l’atro, più volte, è stata la Congregazione per la Dottrina della fede a intervenire a gamba tesa contro i “tour” mariani dei sei: nel 2013, ad esempio, su richiesta dell’ex Sant’Uffizio guidato dal cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, erano stati annullati diversi appuntamenti di preghiera in diocesi statunitensi con protagonista Ivan Dragicevic, veggente di Medjugorje.
Sulle apparizioni in quanto tali il Vaticano deve ancora esprimersi. E nulla quindi si può dire con assoluta certezza. Anche perché, se quanto trapela da oltre le mura leonine è corretto, un giudizio del tutto definitivo non ci potrà ancora essere. È oggi nelle mani della Dottrina della fede, infatti, il rapporto stilato in merito dalla Commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini e istituita da Benedetto XVI il 17 marzo 2010. La Commissione in pratica ha lavorato per cinque anni con riservatezza ed efficienza, ed ha espresso un parere non vincolante. La Dottrina della fede da tempo ha iniziato la discussione sul contenuto del documento di Ruini e a breve diramerà un suo testo che, essendo ancora in corso le apparizioni, dovrebbe essere interlocutorio: con ogni probabilità per il momento non si riconoscerà la natura soprannaturale delle apparizioni, seppure non sia escluso che più avanti queste non possano ottenere un riconoscimento.
Dice in proposito il cardinale Vinko Puljic di Sarajevo: «Penso che il Papa abbia voluto ammonire sull’importanza di seguire una fede vera. Ad ogni modo, non è mai peccato pregare. Per il resto attendo le sue conclusioni ».
Medjugorje a parte, di certo le parole del Papa suonano come una generale bocciatura ai raduni nati intorno ai tanti veggenti, molti i falsari, sparsi nel mondo. Si tratta di convocazioni in determinante ore del gior- no di gruppi di numerosi fedeli, chiamati appositamente per assistere ad apparizioni mariane. D’un tratto la recita comune del Rosario o di altre preghiere s’interrompe. La veggente di turno cade in ginocchio. Gli occhi spalancati verso il cielo, la bocca che si apre e si chiude senza che si possa sentire nulla di un dialogo che si ritiene privato e personale. Dopo una decina di minuti tutto finisce. E spesso sono gli stessi veggenti a dettare a chi è presente le poche righe di un messaggio che la Madonna, si sostiene, vuole rivolgere all’universo mondo. Ma, avverte Francesco, «questa non è identità cristiana». Perché «l’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più». Perché, appunto, «la Madonna non manda emissari». Parole, queste, che il Papa già espresse in altra forma nel 2013: la curiosità, aveva detto «ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure là; o ci fa dire: “Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere dalla Madonna, messaggi dalla Madonna”». E aveva commentato: «Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni». Dice Massimo Introvigne, docente di sociologia delle religioni alla Pontificia Università Salesiana: «Ho l’impressione che non ci sia stato da parte del Papa un messaggio diretto sulle apparizioni di Medjugorje, quanto piuttosto sui tanti veggenti fasulli presenti a centinaia in varie parti del mondo. Dichiarano di aver ricevuto messaggi dalla Madonna, ma in realtà sono dei veri e propri falsari e degli approfittatori. Ricordo, ad esempio, il caso dell’irlandese Maria della Divina Misericordia, una falsaria a tutti gli effetti che diramava messaggi anche diretti contro il Papa e il suo magistero. Spesso dietro questi fenomeni ci sono agenzie di pubbliche relazioni che vogliono soltanto vendere libri. Ma la maggior parte dei dossier stilati dalle varie diocesi nel mondo e relativi a queste persone sono noti al Papa, che ritengo non a caso sia voluto ieri intervenire. Medjugorje, di certo, è un caso serio. E lo dimostra la prudenza mantenuta finora dalla stessa Santa Sede».