sabato 9 maggio 2015

Repubblica 9.5.15
Gran Bretagna, il Labour
Noi illusi e accecati dai nostri leader abbiamo perso il contatto col Paese
di Alastair Campbell


LONDRA DOPO il lunghissimo post di ieri, oggi uno molto breve per ammettere che ho sbagliato. Non a pensare che il Labour doveva vincere, ma – questo è evidente – a pensare che avrebbe vinto. A volte, quando consiglio le persone con cui lavoro, dico di stare sempre in guardia dal rischio di essere talmente immersi nella bolla del proprio team da finire per credere alla propria stessa propaganda, perdendo di vista quello che sta succedendo davvero.
Questa volta evidentemente, riguardando quello che dicevo negli ultimi giorni e nelle ultime settimane, è successo a me, e a molti altri. Ma sembrava davvero, guardando non solo ai sondaggi ma anche ai dati del Labour e al mio istinto in giro per il Paese, che i Tory non sarebbero riusciti ad assicurarsi una maggioranza e che Ed Miliband sarebbe quindi potuto riuscire a diventare primo ministro. Non ha senso far finta che sia qualcosa di diverso da un risultato disastroso: e sì, soprattutto in Scozia, ma anche in Inghilterra.
Forse una delle ragioni per cui ci troviamo in questa situazione è che abbiamo perso troppo tempo per eleggere un nuovo leader dopo la sconfitta di Gordon Brown nel 2010, consentendo in questo modo ai Tory di impostare l’approccio politico all’economia per tutta la legislatura; e non abbiamo rintuzzato in modo abbastanza chiaro ed energico i loro attacchi contro il bilancio complessivo dei nostri governi, né abbiamo saputo proporre argomenti e politiche capaci di costruire una coalizione al centro e alla sinistra del panorama politico.
Ma anche se sono del parere che abbiamo perso troppo tempo per eleggere un leader, l’ultima volta, stavolta penso che il dibattito sul futuro del partito dovrebbe essere ancora più lungo. Forse perché uno dei nostri problemi è che in realtà non abbiamo avuto il dibattito che sarebbe stato necessario, fra di noi e con l’opinione pubblica, dal momento in cui Tony Blair ha lasciato il posto a Gordon Brown. Dopo un risultato così disastroso dovrà esserci un esame di coscienza molto approfondito, e un’analisi a viso aperto su come abbiamo fatto ad arrivare dalla posizione di un partito che per un decennio e più è stato la forza dominante della politica britannica alla situazione in cui ci troviamo oggi. Sono domande a cui non possiamo, e non dobbiamo, dare una risposta frettolosa. (Testo tratto dal blog di Alastair Campbell Traduzione Fabio Galimberti)