domenica 17 maggio 2015

Repubblica 17.5.15
Lo psicanalista Luigi Zoja
“Quella mappa è una ricchezza ma attenti a non generalizzare”
intervista di R. D. S.


LUIGI Zoja, junghiano, è un analista di fama mondiale.
Le piace l’idea di un Atlante Mondiale dei nostri sogni?
«Nell’antichità si usava classificare i sogni per categorie, la proposta non è nuova. Anche l’analisi delle relazioni etniche e socio-politiche dei sogni è stata a lungo indagata. Anni fa la studiosa tedesca Charlotte Beradt scrisse un libro intitolato Il Terzo Reich dei sogni nel quale raccoglieva i sogni traumatici fatti sotto il nazismo, più presenti in quel periodo».
Il fatto di usare Facebook non le sembra però una novità?
«Mi pare ci sia un elemento di rischio. L’attività catartica del sogno ha bisogno di tempo. Soprattutto quando si ha a che fare con traumi personali bisogna usare una grande delicatezza. Facebook inoltre potrebbe spingere a forme di esibizionismo».
Lei ha lavorato tra Zurigo, New York, Milano. Ha riscontrato differenze nel modo di sognare?
«Difficile generalizzare. Certo, un abitante di Zurigo ha un tipo di inibizioni più rigide dell’italiano medio».
Diamo troppo valore ai sogni?
«Tutt’altro. I sogni andrebbero rivalutati, perché non hanno un rapporto con la logica e la funzionalità dei nostri tempi».
(r. d. s.)