venerdì 15 maggio 2015

La Stampa 15.5.15
Fecondazione assistita, cade l’ultimo divieto
La Consulta: sì alle coppie fertili affette da patologia genetica
di Grazia Longo


Chi desidera un figlio ed è portatore sano di una malattia genetica potrà finalmente ricorrere alla diagnosi preimpianto degli embrioni. L’importante passo avanti è stato sancito da una sentenza della Corte Costituzionale che fa cadere il divieto dell’accesso alle tecniche di fecondazione assistita alle coppie fertili, ma portatrici sane di patologie genetiche.
Un traguardo agognato da chi da anni si batte per vedere abolita la norma contenuta nella legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita. Non nascondono, quindi, l’entusiasmo «l’enorme soddisfazione» gli avvocati Filomena Gallo (segretario dell’Associazione Luca Coscioni), Gianni Baldini e Angelo Calandrini, difensori delle coppie che hanno avviato i procedimenti dai quali è scaturita la pronuncia della Consulta. «Esprimiamo gioia insieme alle coppie che per tanti anni hanno solo desiderato avere un bambino sano ed evitare aborti - dichiarano - Oggi è un giorno importante per tante famiglie. Questa era l’unica decisione che la Corte poteva prendere perché l’unica che equivale al rispetto di diritti fondamentali delle persone». L’avvocato Gallo ribadisce, inoltre, che «si tratta della trentaseiesima decisione di tribunali, di cui tre della Corte Costituzionale, che hanno smantellato la legge 40». Mentre Luca Gianaroli consigliere generale dell’associazione Coscioni stigmatizza la latitanza politica: «Ancora una volta, come è accaduto in occasione delle precedenti sentenze relative alla Legge 40, i giudici si sono dimostrati più attenti ai diritti e alle necessità dei cittadini rispetto alle istituzioni politiche, che hanno sempre anteposto posizioni ideologiche talvolta anche molto discutibili e prive di fondamento medico-scientifico, al benessere e alla salute dei propri concittadini».
Il problema delle malattie genetiche non è da sottovalutare: sono oltre 10 mila le mutazioni dei geni responsabili di altrettante malattie, trasmissibili da genitori portatori ai propri figli, che è possibile diagnosticare grazie alla diagnosi genetica preimpianto. L’esame è determinante, basta dare un’occhiata ai numeri del registro europeo Eshre: in Europa nel periodo relativo al 2009-2010, sono 6.160 i cicli di prelievi ovocitari per diagnosi preimpianto e 1.238 bambini nati. Fondamentale sapere che nei 2580 cicli eseguiti per malattie genetiche o cromosomiche ereditarie, non è stato riportato alcun caso di errore diagnostico.Ora bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire in quali termini i giudici della Consulta abbiano dichiarato incostituzionale la norma che precludeva alle coppie in questione l’accesso alla procreazione medico assistita. La questione era stata discussa in udienza lo scorso 14 aprile: a rimettere il caso alla Corte Costituzionale era stato, con due distinte ordinanze, il Tribunale di Roma, nell’ambito di due procedimenti avviati da coppie che si erano viste negare dalle strutture la possibilità di effettuare la diagnosi preimpianto nonostante fosse stata accertato il fatto che fossero portatrici sane di gravi patologie genetiche.