il Fatto 22.5.15
Ocse: in Italia l’1% più benestante ha il 14% della ricchezza
La contrapposizione è quella che ha dominato le cronache ai tempi del movimento Occupy Wall Street: 99% contro 1%. I nuovi dati riguardano però l’Italia e arrivano dall’Ocse, che nel suo rapporto sulle disuguaglianze calcola che l’1% più benestante della popolazione della Penisola detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta, praticamente il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9 per cento degli attivi totali. La crisi ha inoltre accentuato le differenze, dato che la perdita di reddito disponibile tra il 2007 e il 2011 è stata del 4% per il 10% più povero della popolazione e solo dell’1% per il 10% più ricco. Quanto ai redditi, nel 2013 il 10% più ricco della popolazione guadagnava undici volte di più del 10% più povero. Aumentano le disuguaglianze anche come conseguenza dell’aumento del lavoro precario: il tasso di povertà tra le famiglie italiane di lavoratori autonomi, precari, part time è al 26,6%, contro il 5,4% per quelle di lavoratori stabilii. In generale la povertà “è aumentata notevolmente”: l’indice è il quinto maggiore incremento nell’area Ocse. L’Italia, però, è il Paese Ocse con la minor percentuale di famiglie indebitate.