venerdì 8 maggio 2015

Corriere 8.5.15
Il «turista» Goethe ispira l’omaggio alla Germania
Focus a tutto campo con narratori, filosofi, economisti
di Alessandro Beretta


Dare un volto alle opere, una voce alle storie, un dialogo alle idee significa aprire le pagine, spesso lette da soli, al confronto con la realtà. È così che il Salone Internazionale del Libro, giunto alla 28ª edizione, riesce ogni anno, attraverso i suoi ospiti, a indagare il mondo della parola scritta confrontandosi con il pubblico dei lettori. Lo fa in un’atmosfera di festa, tra gli stand affollatissimi degli editori — 1.263 di cui 80 al loro esordio —, dove il visitatore cerca i suoi titoli o li incontra per caso, si ferma a un incontro, ne insegue un altro, riparte dopo un caffè. Come in ogni fiera, il tempo sembra sospeso, ma i mezzi per organizzarsi — come la app ufficiale dedicata al programma, già scaricata da 40.000 utenti — non mancano. Come non mancano le tracce da seguire, partendo dal grande tema di quest’anno: «Meraviglie d’Italia», espressione proverbiale, eco anche di un titolo di Carlo Emilio Gadda, che accompagna la riscoperta della nostra eredità culturale.
A spiegarne la scelta è lo scrittore e direttore editoriale del Salone del Libro, all’ultimo mandato, Ernesto Ferrero: «Nell’anno in cui milioni di turisti sono attesi da tutto il mondo per visitare a Milano Expo, dedicata al tema del cibo alimentare, ci siamo chiesti cosa potesse essere il miglior corrispettivo del cibo della mente. La risposta è stata naturale: il nostro patrimonio artistico, su cui troppo spesso siamo pigramente seduti, senza essere consapevoli di com’è poco tutelato. Quello del Salone è un invito a rileggerlo e a riappropriarcene per pensare in grande sul lungo periodo. È un motivo conduttore in linea con le passate edizioni che ho affrontato: la necessità di rifare i conti con il passato, con la tradizione e il canone, per trovare un’ispirazione vera e ripartire». Una rosa di ospiti, cominciando dai divulgatori della storia dell’arte Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi e Flavio Caroli, inviteranno alla riscoperta dei nostri tesori, ma non mancheranno riflessioni più poetiche, come quella di Melania Mazzucco, e teoriche, nel caso di Vincenzo Trione alle prese con il rapporto tra città e cinema.
Da segnalare, sempre sull’identità italiana, sono anche gli scorci storici: la mostra allestita dal Fai, dedicata a pezzi rari della biblioteca del filosofo e astronomo del Settecento Tommaso Valperga di Caluso o l’intervento dello scrittore Valerio M. Manfredi, campione nei romanzi storici, dedicato all’antichità. Una regione, infine, viene omaggiata in ogni edizione e a raccontarsi è il Lazio, rappresentato anche dall’assessore alla Cultura, scrittrice e madrina del Salone Lidia Ravera. Paese ospite d’onore, patria di Goethe cui è ispirata l’immagine del prossimo Salone e che considerò, nel Viaggio in Italia, la visita al Belpaese come un passo fondamentale di ogni formazione, è la Germania, in un programma nato dalla collaborazione tra la Buchmesse di Francoforte, i Goethe Institut italiani e il ministero degli Esteri. Di lì arrivano alcuni tra gli ospiti più interessanti: i narratori Ingo Schulze e Daniel Kehlmann, i filosofi Markus Gabriel e Peter Sloterdijk e un economista attento alla crisi finanziaria, Wolfgang Streeck.
Oltre al legame tra i due nuclei editoriali principali e alle novità, tra cui la sezione «Crossover» dedicata alla graphic novel e ai fumetti, il Salone offre un ricchissimo parco di ospiti. Tra gli italiani, oltre a penne amate dai lettori come quelle di Mauro Corona, Donato Carrisi, Alessandro D’Avenia — e sono solo alcuni —, si segnala un atteso inedito: «La piuma» dello scomparso Giorgio Faletti presentato da Antonio D’Orrico. Sul fronte degli stranieri, infine, spiccano l’antropologo Marc Augé, lo scrittore Emmanuel Carrère, che ritira il Premio Mondello Internazionale assegnatogli da Antonio Scurati, la maestra del giallo svedese Camilla Läckberg e l’irlandese Catherine Dunne, acuta lettrice dei sentimenti. Ciascuno, certo, trova il suo percorso tra gli incontri ma, se si perde un ospite, si potranno seguire le nuove «dirette» sui social network del Salone o, nel miglior modo, leggersi (o rileggersi) il libro dell’ospite mancato.