domenica 24 maggio 2015

Corriere 24.5.15
L’infedeltà dipende anche dai geni. Ma non è un alibi
di Edoardo Boncinelli

Nonostante che la nostra specie sia fra le poche che seguono un regime d’accoppiamento prevalentemente monogamico, gli episodi d’infedeltà, occasionali o di più lunga durata, non sono affatto rari negli esseri umani. C’è della colpa in questo, se di colpa si può parlare, oppure chi lo fa, maschio o femmina, è condizionato a farlo dalla propria biologia? Una domanda del genere se lo sono posti in molti e un paio di recenti studi ci possono forse illuminare in proposito. Tra gli animali l’infedeltà è piuttosto comune e alcuni studi molto particolareggiati condotti soprattutto nelle specie «monogame» alate rivelano percentuali di tradimento tutt’altro che trascurabili. Si è anche osservato che una certa percentuale di tradimenti, soprattutto maschili, potrebbe aumentare la biodiversità, e quindi l’adattabilità, della specie in questione. Anche l’infedeltà femminile è però testimoniata. Che cosa lega gli individui della nostra specie e le altre specie animali? È presto detto: i geni e i loro prodotti diretti e indiretti. Alcuni studi hanno implicato in passato alcuni ormoni, in particolare l’ossitocina e la vasopressina, e i loro recettori. Nei topolini delle praterie, le arvicole, i maschi infedeli hanno una forma particolare di uno specifico recettore della vasopressina, un ormone che regola l’affettività nei maschi di vari mammiferi, mentre l’ossitocina la regola prevalentemente nelle femmine. E gli esseri umani? Due studi implicanti tra l’altro molte coppie di gemelli rivelano una certa componente genetica sottostante alcuni episodi di infedeltà chiaramente dimostrati. Se si scende poi nei dettagli si trova che in molti casi i geni mutati negli individui infedeli codificano recettori per la vasopressina, e anche in alcuni casi per la dopamina, un neurotrasmettitore. Come concludere? Le nostre azioni sono controllate in parte dai nostri geni, in parte dalle nostre azioni e infine dal puro caso. Questo vale per le nostre caratteristiche fisiche e per i nostri comportamenti. Perché non dovrebbe valere per l’infedeltà, nonostante la morale, la religione e la paura che guidano il nostro comportamento?