Corriere 12.5.15
La scelta di Spinelli L’addio a Tsipras e la sinistra litigiosa
di Massimo Rebotti
La vicenda della lista Tsipras (e di Barbara Spinelli) conferma tutti i più consolidati luoghi comuni che circolano sulla sinistra: che è contorta per definizione, litigiosa e sempre divisa anche quando è piccola. Anzi, più è piccola e più è divisa. Gli eurodeputati della lista Tsipras da ieri sono due perché Barbara Spinelli ha lasciato il gruppo (ma mantenuto il seggio): «Il progetto — ha scritto nel commiato — era nato come superamento dei piccoli partiti di sinistra ma ora la lista non è più all’altezza del compito». E quindi, in un passaggio logico comprensibile solo a qualche sofisticatissimo addetto ai lavori, si sostiene che l’unica strada contro la frammentazione della sinistra è frammentarla ancora di più. La lista Tsipras fu lanciata nel gennaio 2013 da un gruppo di sei garanti della «società civile» (dal sociologo Marco Revelli allo scrittore Andrea Camilleri), che presto litigarono e si divisero. Tra i superstiti la giornalista e scrittrice Barbara Spinelli che mise subito in chiaro che, se eletta, non sarebbe andata a Bruxelles. Il suo nome, di riconosciuta autorevolezza, sarebbe servito a trainare nelle urne la lista della sinistra alternativa (che aveva scelto come modello il leader greco Alexis Tsipras) per poi lasciare il campo a candidati più giovani. Alle elezioni Spinelli ottenne oltre 36 mila preferenze nella circoscrizione Centro e quasi 28 mila al Sud. E cambiò idea. Dopo una lunga meditazione, mentre due candidati trentenni attendevano la sua decisione, scelse di tenersi il seggio: «La mia presenza a Bruxelles — spiegò tra le polemiche — è la migliore garanzia che il progetto non venga snaturato. Mi ha convinto a cambiare opinione anche una lettera di Tsipras». Un anno dopo «il progetto non è più all’altezza» e Spinelli ha comunicato ieri di rimanere al Parlamento europeo come indipendente nel raggruppamento della Sinistra europea. Ha anche precisato che in Italia non entrerà in nessun gruppo perché «non intendo contribuire in alcun modo a un’ennesima atomizzazione della sinistra». Nel frattempo Alexis Tsipras è diventato primo ministro in Grecia e proprio in queste settimane si gioca la partita politica più importante con l’Europa. Chissà cosa pensa ora di quella lista italiana che scelse il suo nome.