lunedì 11 maggio 2015

Corriere 11.5.15
L’Europa della difesa, un’occasione mancata
risponde Sergio Romano


Ho letto su Wikipedia, che negli anni Cinquanta la Comunità europea è stata a un passo dal creare un esercito europeo ideato da Jean Monnet e appoggiato da Alcide De Gasperi, Dwight Eisenhower e Winston Churchill. Il piano purtroppo alla fine fallì proprio a causa della contrarietà dei francesi, che lo affossarono con un voto (viziato da sotterfugi e illegalità) all’Assemblea nazionale francese il 30 agosto 1954. Come andarono veramente le cose? Perché i francesi idearono e poi demolirono loro stessi la Comunità europea di difesa? Qual era la posizione dell’Italia? Qual era la posizione degli Stati Uniti?
Davide Chicco

Caro Chicco,
La storia della Comunità europea di difesa è meno in «bianco e nero» di quanto risulti dalla sua lettera. Il problema da risolvere, all’inizio degli anni Cinquanta, era politico e militare. Le democrazie occidentali sapevano ormai che la Guerra fredda sarebbe stata una partita lunga, da giocare con pazienza e fermezza. Occorreva un accordo formale con cui ogni Paese assumesse impegni e responsabilità. Gli americani erano convinti da tempo che la Germania fosse necessaria alla difesa del continente e minacciavano di tornare a casa se Francia e Gran Bretagna non avessero consentito alla ricostituzione di un esercito tedesco. La soluzione sembrò venire da Parigi quando il governo francese propose una Comunità europea di difesa di cui avrebbero fatto parte i sei Paesi che avevano accettato di organizzare insieme il mercato del carbone e dell’acciaio. L’idea piacque molto agli ambienti europeisti e fu salutata come un passo decisivo verso la creazione di una federazione europea. Ma nello stesso Paese che lo aveva concepito il progettò suscitò subito l’opposizione di alcune personalità (il presidente Vincent Auriol, il maresciallo Juin, il generale de Gaulle), di una corrente del Partito socialista e, beninteso, del Partito comunista francese, molto sensibile alle direttive di Mosca.
Il risultato fu uno stallo che si prolungò per qualche mese e suscitò le reazioni impazienti di Washington. Un nuovo governo francese, presieduto da Pierre Mendès-France, cercò di trovare formule che avvicinassero le posizioni divergenti dei partigiani della Ced e dei suoi avversari. Ma non ebbe successo e finì per adottare una posizione «neutrale» che non giovò, in ultima analisi, né alle sorti della Ced né a quelle del suo governo. Il progetto per la Comunità europea di difesa morì all’Assemblea nazionale francese il 30 agosto 1954, ucciso da una coalizione contronatura fra gollisti e comunisti.
Il trattato, nel frattempo, era già stato ratificato da quattro Paesi: Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi. Mancava la ratifica italiana perché il governo presieduto da Mario Scelba sperò, fino all’ultimo minuto, di scambiare il proprio consenso contro la soluzione del problema di Trieste. Ma l’Italia, se non vi fosse stato l’incidente francese, avrebbe certamente ratificato. Aggiungo, caro Chicco, che la Ced fu ultimo pensiero di Alcide De Gasperi. Gravemente ammalato in Valsugana, non smetteva di esortare gli esponenti del governo e della Democrazia cristiana a ratificare rapidamente il trattato. Morì il 19 agosto, 21 giorni prima del voto all’Assemblea nazionale francese. Niente lo avrebbe addolorato quanto assistere alla fine di un suo grande sogno.