Repubblica 24.4.15
Effetto migranti e diritti civili, È il mid term del premier
Tanti sindaci, anche del Pd, rifiutano l’accoglienza
Matteo spera che paghi la determinazione contro gli scafisti
di Stefano Folli
«IN EUROPA oggi ognuno pensa al suo elettorato» dice Romano Prodi, scettico sulla possibilità che l’Unione riesca a fare qualcosa di concreto rispetto all’emergenza del Mediterraneo. Difficile dargli torto, visto che un problema legato al consenso elettorale c’è anche in Italia. Anzi, soprattutto in Italia e in Gran Bretagna, dove le elezioni sono prossime. Il presidente del Consiglio Renzi è consapevole che il voto del 31 maggio avrà un peso politico nazionale. Sarà una sorta di «mid term» all’italiana, benché non siamo nemmeno a metà legislatura. Di sicuro sarà un grande sondaggio sul governo, sulla bontà delle politiche seguite fin qui, sulla stessa popolarità e credibilità del premier. Di conseguenza occorre evitare i passi falsi e lavorare su due fronti: i temi in grado di coinvolgere un’opinione pubblica di centrodestra e i temi classici in grado di motivare un’opinione di centrosinistra. È nella logica del «partito della nazione» abbracciare entrambi i fronti e tentare di fondere i due elettorati. Ma non è detto che riuscirci sia semplice.
Una tragica casualità ha posto in primo piano l’immigrazione incontrollata dal Nord Africa. Ora l’Unione accetta il principio di azioni contro i barconi che partono dalle coste libiche, il che al governo italiano va bene: anzi, Roma vuole essere in prima fila, in quanto paese drammaticamente esposto alla crisi. Del resto, esiste un crescente sentimento collettivo transnazionale favorevole a frenare l’immigrazione e a limitare, di conseguenza la gestione di decine di migliaia di profughi. Le varie cancellerie, che finora avevano ignorato il Mediterraneo e anche adesso sono prive di una strategia coordinata, cercano di dare un segno di risolutezza. Renzi ha bisogno di apparire il più determinato di tutti, appunto perché si vota fra un mese e nel Nord la questione è di quelle che possono spostare molti voti.
Non è un caso che tanti sindaci del Pd, specie in Veneto (una delle regioni chiamate alle urne), rifiutino i profughi con argomenti non troppo diversi da quelli della Lega. Sentono la loro opinione pubblica e si regolano. Dal canto suo, Salvini finora cresce nei sondaggi anche e soprattutto per la sua capacità di dar voce alle paure con un registro verbale sempre più aspro e perentorio. Come dimostra persino l’attacco a Gianni Morandi.
Renzi non può ignorare che esiste un problema sulla destra dell’elettorato. L’impotenza suscita disappunto e innesca un voto a dispetto, figlio della sfiducia. Ma se si faranno queste azioni contro i barconi, il premier può sperare che la risolutezza paghi il giorno del voto. Nessuno crede realmente che affondare qualche vecchia carretta basti davvero per stroncare una migrazione epocale. Ma fa comodo pensarlo quando diventa urgente mandare un segnale e al tempo stesso tagliare l’erba sotto i piedi delle liste anti- politiche. Per cui ecco che la retorica contro i «mercanti di morte» serve a preparare il terreno a un’iniziativa complessa ma forse ormai indispensabile. Un’iniziativa i cui effetti saranno in primo luogo mediatici nei vari paesi dell’Unione, Italia in testa.
Allo stesso modo il «partito della nazione » impone di bilanciare a sinistra l’azione poliziesca (nella sostanza, militare) che si va preparando in Libia. Si capisce allora il tentativo di uscire dallo stillicidio quotidiano imposto dalla riforma elettorale: un batti e ribatti che certo non crea consenso e dà l’idea di un ceto politico ripiegato su se stesso, capace di impuntarsi per settimane sulle preferenze e le liste bloccate. Il tema dei diritti civili (divorzio breve, unioni civili, «jus soli») aiuta ad allargare il terreno di gioco e a disegnare un orizzonte più ambizioso. Il ragionamento di Palazzo Chigi è intuibile: se le elezioni regionali devono avere uno spessore nazionale, fino al punto da coinvolgere la stabilità della maggioranza di governo, tanto vale cominciare da subito ad allargare il dibattito. L’elettorato di centrosinistra ha bisogno di ritrovarsi, superando le fratture e le frustrazioni.