venerdì 10 aprile 2015

Repubblica 10.4.15
Tangenti sugli scavi: bufera sul Pd a Ercolano
Dopo Ischia, un altro comune campano travolto dagli scandali: nove sotto accusa, tra cui i vertici della giunta di centrosinistra “Associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta”. Primarie a rischio: qui a gennaio il caso degli iscritti legati alla camorra
di Dario Del Porto e Cochita Sannino


NAPOLI Appalti, Pd e cooperative: dopo Ischia e la Concordia, una nuova inchiesta coinvolge un comune amministrato da una giunta dem. Nella bufera finisce Ercolano, la città degli Scavi visitata pochi giorni fa da Angela Merkel. Nove indagati, tra cui il sindaco Vincenzo Strazzullo e il suo vice Antonello Cozzolino, raggiunti da un avviso di garanzia con altri politici e imprenditori. Gravi le ipotesi di reato: associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Strazzullo e Cozzolino sono in corsa, con il renziano Ciro Buonajuto, per le primarie Pd in programma domenica: appuntamento che rischia di saltare. La vigilia era già stata avvelenata, a gennaio, dal boom degli iscritti, tra i cui elenchi erano finiti 36 nomi sospetti, legati a famiglie di camorra. Ora il nuovo scandalo.
Una storia di corruzione e cantieri pubblici. Lavori per 20 milioni sotto la lente della Guardia di Finanza e dei pm Celeste Carrano e Valter Brunetti, coordinati dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Secondo l’accusa, gli amministratori avevano chiesto e ottenuto decine di assunzioni clientelari, subappalti e forniture a ditte amiche dagli imprenditori della “Nuova cooperativa campana”, una costola locale del colosso bolognese “Consorzio cooperative costruzioni”, che si era aggiudicato le opere (e che non risulta coinvolto nell’inchiesta).
Le indagini colgono in diretta manovre elettorali, promesse, scambi, perfino lo sfogo di uno degli imprenditori: «E basta! I loro assunti sono più dei nostri!». Tra i cantieri monitorati, il rifacimento delle storiche strade del centro antico e una caserma che l’Arma attendeva da tempo: i finanzieri del colonnello Cesare Forte scoprono invece, andando in cantiere, che a dispetto di alcuni stati di avanzamento dei lavori già approvati, non c’erano né impianti, né infissi, né pareti ma solo uno scheletro in cemento. Pochi giorni dopo quel sopralluogo, si dimette il direttore dei lavori: è sotto inchiesta, viene a lungo interrogato. Gli indagati respingono ogni accusa. Il sindaco Strazzullo replica indignato: «Apprendo con stupore di essere oggetto di un accertamento giudiziario, ma sono totalmente estraneo». E se lo scandalo di Ercolano è appena cominciato, va avanti l’inchiesta sulla Cpl Concordia e Ischia. Dopo le prime confessioni del top manager Francesco Simone e del dirigente Nicola Verrini, si attende lo snodo del Tribunale del Riesame, a cui ricorrono gli avvocati Luigi Sena e Luigi Chiappero, legali del presidente storico di Concordia, Roberto Casari, ma anche Simone assistito dall’avvocato Maria Teresa Napolitano e Verrini, difeso da Michele e Massimo Jasonni .