La Stampa 24.4.15
La festa dell’Unità
Dopo le polemiche invitato Cuperlo
Ma solo ad ascoltare il premier
Alla fine, c’è una pezza, ma la pezza rischia di essere peggiore del buco. Dopo le polemiche sull’assenza dei leader della minoranza dal programma della Festa nazionale del Pd in questi giorni a Bologna per festeggiare i 70 anni delle feste dell’Unità, il partito cittadino ha invitato il principale sfidante di Matteo Renzi all’ultimo congresso, Gianni Cuperlo. La giornata scelta è quella del 3 maggio, giorno conclusivo con l’atteso intervento del segretario-premier. Cuperlo, fanno sapere dal Pd bolognese, è stato invitato a partecipare ma non è previsto un suo intervento dal palco. In generale non è inusuale la presenza dei vari leader del partito al comizio con cui il segretario chiude la festa nazionale. Ma insomma, l’invito suona come riparatorio a metà per l’ex sfidante di Renzi alle primarie. [r. i.]
Corriere 24.4.15
Italicum, sfida su voto segreto e fiducia Prodi boccia il partito della Nazione
Il Pd pronto a sostituire Speranza: il renziano Rosato in pole per la guida dei deputati
di Al. T.
ROMA La partita dell’Italicum è ancora tutta da giocare, ma Matteo Renzi dà già per acquisito il risultato. Resta da capire se il governo riterrà necessario mettere la fiducia sui tre articoli del provvedimento, facendo così cadere gli emendamenti. E se il voto finale (su cui non può essere messa la fiducia) sarà segreto. La minoranza del Pd prova a resistere e le voci dei big si fanno sentire, ma alla fine è difficile che i dissenzienti superino le venti unità. Forza Italia, intanto, fa sapere con Renato Brunetta che il gruppo presenterà una pregiudiziale di costituzionalità e richiederà di procedere con voto segreto.
Il Pd è ancora scosso dalle dimissioni del capogruppo Roberto Speranza, esponente delle minoranza che per mesi ha provato a fare da pontiere, trovando un equilibrio con la maggioranza, ma che ha deciso di gettare la spugna dopo gli ultimi no di Renzi a modificare la legge elettorale. Martedì si dovrebbe tenere la riunione del gruppo che, presente Renzi, deciderà il nuovo capogruppo. In pole position c’è l’attuale vicecapogruppo vicario Ettore Rosato. Alessia Morani assicura a Un giorno da pecora che va tutto bene: «I miei colleghi della minoranza sostituiti? Non sono affatto arrabbiati e anzi sono tornati al loro posto. E nessuno, secondo me, voterà contro l’Italicum». Ottimismo smentito dalle voci dissidenti, come quella di Alfredo D’Attorre, che annuncia il suo no. Secondo alcune voci, intanto, si preparerebbe un cambio della guardia ai vertici di alcune commissioni, con l’arrivo di nuovi renziani al posto di Francesco Boccia (Bilancio) e Guglielmo Epifani (Attività produttive).
Fanno sentire la loro voce anche i big del partito. Romano Prodi, in un’intervista a Radio Popolare dove anticipa i contenuti del suo libro Missione incompiuta , spiega che «il partito nella Nazione è il contrario di quel progetto di alternanza che avevo delineato con l’Ulivo». Pier Luigi Bersani, invece, fa un appello: «La cultura cattolica dovrebbe stare bene in campo sui temi della democrazia». E Massimo D’Alema spera che in Aula si possa «votare liberamente»: «Nessuno vuole affossare la legge elettorale, numerosi parlamentari pd vogliono migliorarla». A Letta, che aveva criticato la legge nei giorni scorsi, rispondono i costituzionalisti Stefano Ceccanti, Augusto Barbera e Francesco Clementi: «Le linee principali dell’Italicum sono le conclusioni del Comitato di saggi da te voluto».
Scelta civica chiede che si migliori l’Italicum, senza far ricorso a voti di fiducia. E Giuseppe Lauricella (Pd) sostiene che con il voto segreto la legge avrebbe una maggioranza molto più ampia di quella del governo: «Almeno metà dei parlamentari di M5S, Forza Italia e dei partiti più piccoli voterebbe per l’Italicum». Un fatto è certo, secondo Danilo Toninelli, M5S: «Se l’Italicum viene approvato, il governo cadrà. Aprite gli occhi, Renzi vuole fare bingo».