La Stampa 12.4.15
Cosa accade nella mente di un assassino
Lo psichiatra: “Scatta un meccanismo che incolpa sempre l’altro per quel che ci succede”
di Mar. Nei.
C’è una linearità che va oltre il déja vu di gesti tanto disperati quanto improvvisi. Spiega, al di là del caso specifico, il professor Filippo Bogetto, ordinario di Psichiatria all’Università di Torino: «Il meccanismo è quello della proiezione delle responsabilità: quanto sta avvenendo a me è un intreccio di scelte e azioni altrui».
E le mie eventuali colpe iniziali?
«Sono cancellate: si diventa la vittima dei comportamenti degli altri. Io sono in questa condizione perché voi l’avete voluto».
Una sorta di realtà nuova, riscritta, dalla quale il soggetto è escluso come agente?
«Proprio riscritta: quello che è avvenuto dipende da una serie di azioni esterne, rimontate con una certa logica».
Chiunque di noi vuole cancellare il proprio ruolo negativo, ma fino a stravolgere l’ordine temporale dei fatti?
«Nel difendere se stesso, nel rappresentarsi una realtà accettabile si attuano mutamenti capaci di alterare profondamente i tempi, fino a collocare in momenti diversi le azioni degli altri. Si ridipinge dentro di sé una quadro dove c’è una vittima che è solo vittima e persecutori, in una redistribuzione delle responsabilità».