Il Sole 29.4.15
Gentiloni a Chongqing
Il business italiano passa per la Nuova Via della Seta
di R.Fa.
CHONGQING È nella megalopoli cinese attraversata dal fiume Yang-tze che la visita di Stato del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni entra in contatto con l’anima e le potenzialità di una Cina che va ancora a due cifre, potente calamita per l’arrivo di nuove aziende. Già 36 le realtà italiane presenti, tra cui le apripista Iveco, Finmeccanica, Piaggio. I margini ci sono, altre seguiranno: Hope Sichuan Food di Chen Yuxin, tycoon cinese, ha siglato ad esempio una importante joint venture con TWB Italia nel settore della trasformazione delle carni.
«Qui possiamo – conferma il ministro degli Esteri – approfittare della Nuova Via della Seta che in treno arriva a Duisburg in due settimane, intanto contribuendo a far ritornare in Cina i vagoni pieni di merci made in Italy».
A Chongqing c’è da tagliare il nastro del consolato, avamposto tricolore nel cuore della Terra di Mezzo e del centro visti che «in poche settimane ne ha sfornati 4mila a tempo di record», rivela il console Sergio Maffettone. Da qui lunedì è partito il primo volo Hainan Airlines per Roma.
L’Italia sembra infatti scuotersi dal torpore, in pista c’è anche Roma Guangzhou. Venerdì 1° maggio, data di apertura dell’Expo2015 di Milano ripartono i voli Alitalia Etihad da Shanghai per Milano, un’operazione alla quale il consolato di Shanghai ieri, davanti un nutrito gruppo di operatori turistici, ha garantito tutto il suo appoggio.
Per il ministro degli esteri Gentiloni la tappa nella capitale è stata molto intensa, lunedì la bilaterale con il collega cinese Wang Yi, con la riconferma del parternariato e un’efficace attuazione della Dichiarazione Congiunta dei Governi Italiano e Cinese del 14 ottobre 2014, in occasione della visita del premier Matteo Renzi a Pechino.
Si è poi svolta la sesta riunione plenaria del Comitato Governativo Italia-Cina, si è discusso di relazioni economico-commerciali, i due Ministri hanno richiamato i risultati della XI Commissione Mista bilaterale dello scorso 19 marzo a Pechino, hanno confermato il Piano d’azione triennale per il rafforzamento della cooperazione economica tra Italia e Cina (2014-16) per il riequilibrio dei flussi commerciali. Un tool proficuo è stato finora il Business Forum Italia-Cina, necessario a favorire gli investimenti che creano occupazione. A proposito, Paolo Gentiloni ha incontrato i vertici di Huawei, forse l’azienda cinese che più ha investito in Italia in termini di assunzioni qualificate, a Milano ha voluto il centro di competenza per la tecnologia microwave.
Si è tornati sul tema della proprietà intellettuale e del Programma Esecutivo dell’Accordo quadro di settore per il triennio 2016-2018. Si è parlato di visti e di Schengen, di law enforcement e sicurezza, di scambio di informazioni sui sistemi giudiziari nonché della necessità di attuare il trattato in materia di estradizione del 2010. Sono stati firmati quattro accordi, alcuni in tema di cultura, tutela del patrimonio storico artistico, dell’ambiente, di tutela della sicurezza alimentare.