martedì 14 aprile 2015

Il Sole 14.4.15
Edilizia scolastica, non decolla il piano del governo
di Massimo Frontera e Giorgio Santilli


I programmi per l’edilizia scolastica lanciati dal premier sono stati finanziati e i primi cantieri sono in corso. Ma finora non è riuscita l’operazione di trasparenza sui molti rivoli di finanziamento e sullo stato della spesa, di coordinamento dei molti e disparati piani esistenti dentro il governo, di accelerazione dei vecchi progetti che Renzi aveva annunciato con molta enfasi all’inizio del suo mandato.
L’unità di missione insediata a Palazzo Chigi era nata con quell’intento di dare un segno di svolta in tempi rapidi (Renzi disse che già nelle vacanze estive del 2014 si sarebbe data una forte accelerazione alla spesa) e - nonostante le attenuanti siano molte per aver ereditato una situazione di mal amministrazione che forse non ha eguali in altri settori - non si può certo dire che abbia centrato i risultati promessi. Basta fare il confronto fra le due unità di missione istituite a Palazzo Chigi - dissesto idrogeologico ed edilizia scolastica - per vedere come la prima stia lasciando un segno di forte riordino e rilancio della pianificazione (esempio ne è il nuovo programma settennale 2014-2020) sia pure in una situazione di grave e persistente carenza progettuale regionale e locale, mentre la seconda al momento non ha lasciato nessun segno tangibile della sua azione che si vorrebbe riformatrice.
Il grosso delle risorse - interventi previsti in alcuni casi da molti mesi - è ancora al palo. Qualche esempio. Il cosiddetto “decreto mutui“ che consentirà di investire 940 milioni (stima Miur) è stato previsto addirittura dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza (governo Letta), è approdato in «Gazzetta» più di un mese fa ma ancora non ci sono i decreti attuativi (uno in particolare è all’esame della Corte dei conti). La misura consentirà di realizzare circa 4mila interventi con mutui trentennali rimborsati dallo Stato ed esenti dal patto di stabilità. Il Miur ha reso noto il riparto regionale, ma manca - anche in questo caso - la formalizzazione con un provvedimento.
Nel frattempo le Regioni stanno selezionando i progetti, da inviare entro il 30 aprile a Viale Trastevere. Semaforo rosso anche per l’utilizzo dei 350 milioni disponibili per le riqualificazioni delle strutture scolastiche finalizzate all’efficienza energetica. Siamo però in attesa del decreto attuativo che il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, continua a dare per imminente. Lo stesso ministero aveva diffuso una bozza del provvedimento già nell’ottobre scorso.
Ancora più indietro è l’utilizzo di 300 milioni dell’Inail. La norma risale al decreto legge cosiddetto del “fare” del luglio 2013. Difficoltà tecnico-finanziarie hanno finora ostacolato la misura. Finalmente, il Ddl cosiddetto della buona scuola (che ha appena iniziato il suo iter parlamentare alla Camera) ha preso il testimone di questa misura, precisando che le opere oggetto dell’investimento saranno selezionate attraverso un bando per individuare i progetti innovativi. Lo stesso ddl della buona scuola ha anche previsto uno stanziamento di 40 milioni destinata a misure di sicurezza, in particolare per la verifica strutturale dei solai delle scuole. Una misura che - anche alla luce della vicenda di Ostuni - forse sarebbe stato meglio stralciare, riservandogli una corsia attuativa d’urgenza.
L’ultimo stanziamento a favore delle scuole è quello approvato dal Cipe appena venerdì scorso. Su quasi 200 milioni destinati a 137 opere, alle scuole andranno 37 milioni per 23 interventi di edilizia scolastica.
L’elenco dei fondi non è finito. Nell’arco del periodo che riguarda la programmazione dei fondi Pon 2014-2020 il Miur segnala che le scuole possono contare su 380 milioni di risorse. Tutti fondi ancora da programmare. E sperando di non perderli, come invece rischia di succedere per una buona quota dei 240 milioni di risorse Pon per 577 interventi finanziati dal Miur (programma completato finora all’11%) e dei 405 milioni dei fondi Por in Calabria, Campania e Sicilia. In entrambi i casi, i soldi vanno spesi entro dicembre 2015.
Intanto, come si diceva, va avanti il piano del premier, ripartito tra scuole belle, scuole sicure e scuole nuove.
L’ultimo aggiornamento del Miur è di fine marzo. La mappa vede in posizione più avanzata gli interventi di piccola o piccolissima manutenzione (scuole belle): al 31 marzo risultano realizzati 7.235 interventi su 7.690 previsti nel 2014 (94%). Nel 2015 sono al momento previsti 5.290 interventi entro il primo semestre.
Il programma “scuole sicure” (adeguamento strutturale, manutenzione straordinaria, bonifica amianto, ristrutturazione, adeguamento impiantistico) ha prodotto 2.328 interventi finanziati con 550 milioni (400 milioni Cipe + 150 milioni del cosiddetto “decreto fare”). Di questi, 1.951 risultano conclusi, 227 risultano avviati e 150 risultano o non avviati (47) oppure non aggiudicati (103).
Infine, le scuole nuove. Il piano è finanziato con risorse proprie dei comuni e vede il seguente bilancio, comunicato dall’unità di missione di Palazzo Chigi, guidata da Laura Galimberti e aggiornato al 16 gennaio scorso: 198 interventi conclusi, 69 «in progettazione o in appalto»; 157 «in cantiere» e 30 allo «start» (un modo per dire che non se ha notizia). Il programma, monitorato esclusivamente da Palazzo Chigi, beneficia di uno sblocco del patto di stabilità di 122 milioni, per ciascuna annualità del biennio 2014-2015, oltre a 50 milioni a beneficio delle provincie e città metropolitane, per ciascuna delle annualità del biennio 2015-2016. In tutto fanno 344 milioni di “spazi finanziari” concessi e «450 comuni interessati».