mercoledì 8 aprile 2015

Corriere 8.4.15
Monaco 1938 e Losanna 2015, confronto tra due accordi
risponde Sergio Romano


Gli entusiasmi che gli accordi tra Iran e il gruppo dei 5+1 stanno suscitando tra gli iraniani, mi sembrano molto simili a quelli degli inglesi quando accolsero il ritorno di Chamberlain da Monaco. Spero di avere torto pieno, ma Israele molto difficilmente potrà digerire quello che, ai suoi occhi, sembra la realizzazione di un incubo. Speriamo di non essere di fronte a uno dei ciclici corsi e ricorsi della storia!
Pierluigi Ziliotto

Caro Ziliotto,
Cercherò di rispondere alla sua lettera con un breve confronto tra gli accordi di Monaco del settembre 1938 e quello di Losanna degli scorsi giorni. A Monaco, dove ebbe luogo la conferenza quadripartita (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia) proposta da Mussolini, la Germania ottenne di annettere al Terzo Reich il Sudetenland, una terra abitata da tre milioni di tedeschi che i trattati di Versailles avevano attribuito al nuovo Stato cecoslovacco. Ma quello non fu il solo regalo fatto alla Germania. Con il gesto conciliante di Monaco le grandi potenze europee le condonarono implicitamente tutte le trasgressioni degli anni precedenti: la denuncia nel 1935 delle clausole del Trattato di Versailles sul disarmo tedesco; la denuncia nel 1936 del Trattato di Locarno; la denuncia nello stesso anno delle clausole di Versailles sul controllo internazionale dei fiumi tedeschi; l’annessione dell’Austria nel marzo del 1938. Chi sperò che la Germania sarebbe stata appagata da queste concessioni commise un errore politico di cui altri, come Winston Churchill, erano consapevoli.
A Losanna l’Iran ha ottenuto il diritto (sinora contestato ma previsto dal Trattato sulla non proliferazione) di arricchire il proprio uranio. È una concessione, secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che permetterebbe a Teheran di costruire prima o dopo un ordigno nucleare. È possibile. Ma l’Iran ha preso altri impegni. Ha accettato di ridurre approssimativamente di due terzi le centrifughe già installate. Ha considerevolmente ridotto la percentuale dell’arricchimento (non più del 3,67% per almeno quindici anni). Ha accettato di ridurre da 10.000 a 300 kg, per i prossimi quindici anni, l’uranio a basso arricchimento di cui dispone. Si è impegnato a non costruire altri impianti per l’arricchimento nei prossimi quindici anni e non si servirà più, per questo scopo, dell’impianto di Fordow: una installazione che verrà usata soltanto per ricerca e sviluppo. L’arricchimento verrà fatto esclusivamente nell’impianto di Natanz e soltanto con vecchie centrifughe di prima generazione. Nell’accordo infine vi sono clausole molto particolareggiate sulle ispezioni dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) ed è previsto che le sanzioni verranno progressivamente revocate soltanto quando gli ispettori avranno verificato che gli impegni presi sono stati rispettati.
Lei pensa, caro Ziliotto, che Israele non accetterà mai questo accordo. È probabile che farà del suo meglio, nei prossimi tre mesi, per mobilitare contro il protocollo di Losanna il partito americano degli oppositori di Obama e dei neo-conservatori. Ed è probabile che riporrà molte speranze nella guerra parallela dei conservatori iraniani contro il presidente Rouhani. Ma l’ipotesi del ricorso a un’operazione militare, come è accaduto per il reattore iracheno Osiraq nel giugno 1981 e per quello siriano a 300 km da Damasco nel settembre 2007, mi sembra meno realistica. Una tale iniziativa, in questo momento, avrebbe disastrose conseguenze per i rapporti di Israele con gli Stati Uniti per la sua immagine nel mondo.