lunedì 4 marzo 2019

La Stampa 4.2.19
Svolta dell’islam sunnita
“Praticare la poligamia è ingiusto per le donne”
L’annuncio del Grande imam Ahmed al-Tayeb in Egitto Avere più mogli non rispetta “il principio di equità”
di Giordano Stabile


La poligamia è «una ingiustizia nei confronti delle donne e dei figli». A dirlo è il Grande imam Ahmed al-Tayeb dell’università Al-Azhar, la massima autorità religiosa sunnita. Una sconfessione aperta di quella che è una pratica non molto diffusa del mondo musulmano ma fin qui considerata ineccepibile. Per Al-Tayeb però, sposare «una seconda, terza, quarta moglie» non rispetta «il principio di equità» che è alla base dell’islam. E quindi, salvo casi eccezionali, meglio evitarlo.
L’annuncio in tv
La presa di posizione, durante la sua settimanale trasmissione televisiva, ha suscitato un dibattito accesissimo sui social media, tanto che il sito dell’università di Al-Azhar ha poi precisato che l’imam non voleva «proibire» la poligamia, anche se l’ha di fatto sconsigliata.
In Egitto ci sono state anche molte reazioni positive, soprattutto da parte delle associazioni delle donne. Al-Tayeb ha assunto una posizione sempre più moderata, soprattutto dopo l’ascesa al potere del generale Abdel Fatah al-Sisi, fautore di una modernizzazione a tappe forzate del Paese, anche in campo religioso. Lo stesso Al-Sisi, nel gennaio del 2015 aveva chiesto ai religiosi di Al-Azhar una «riforma dell’islam» perché non si poteva più tollerare che le interpretazioni estremiste mettessero «l’intera comunità musulmana contro il resto del mondo».
Per il raiss si tratto soprattutto di isolare a livello ideologico i Fratelli musulmani, suoi acerrimi nemici, ma Al-Tayeb ha cominciato un percorso di dialogo interreligioso culminato con l’incontro con Papa Francesco ad Abu Dhabi, un manifesto per la reciproca comprensione.
Gli interventi alla tivù hanno invece una funzione pedagogica interna. Al-Tayyib ha spiegato che i versetti del Corano che riguardano la poligamia vengono letti «in maniera parziale» e che si dimentica che il Profeta autorizza il matrimonio multiplo solo ad «alcune condizioni», la più importante delle quali è «l’equità». «Molti - ha continuano - leggono soltanto “due, tre, quattro” e non leggono l’intero versetto, bisogna andare avanti, quando dice: “Se non credi di poter essere giusto nei loro confronti, allora prendine soltanto una”». Il musulmano «è veramente libero di sposare una seconda, terza o quarta moglie?», si è chiesto. «Questa libertà - ha concluso - c’è solo se si può rispettare la condizione di equità, e se non c’è equità allora è proibito avere più mogli».
L’interpretazione
Al-Tayed si era già espresso in maniera critica sulla poligamia nel 2010, e poi nel 2016, subito dopo che Al-Sisi aveva lanciato la «riforma» dell’islam. È la prima volta che però si esprime in modo così netto. Ed è anche il metodo a essere importante. Un «nuovo discorso religioso» presuppone una lettura del Corano più coraggiosa, in grado di contrastare l’interpretazione «letterale» e spesso parziale dei gruppi salafiti e jihadisti, che citano solo le parti che avvalorano le tesi estremiste, come la necessità di combattere gli «infedeli».
Il Consiglio nazionale delle donne, vicino al governo egiziano, ha accolto con grande favore le tesi di Al-Tayeb. «L’islam onora le donne - ha puntualizzato la presidente Maya Morsi - ha portato giustizia e numerosi diritti che prima non esistevano». Va anche detto che la poligamia è legale in quasi tutti i Paesi musulmani, ma è poco comune. In Tunisia e Turchia è proibita. In Egitto, come in molti altri Stati, l’uomo può sposarsi una seconda volta soltanto con il consenso della prima moglie.