Repubblica 1.2.19
Il nuovo saggio di Sabino Cassese
Non c’è vero Illuminismo senza meritocrazia
di Emanuele Felice
La
democrazia, fondata sul costituzionalismo liberale, è quel sistema
politico che dopo la Seconda guerra mondiale è riuscito a garantire ai
cittadini condizioni di benessere materiale, libertà, diritti civili e
politici e spesso anche sociali (si pensi al welfare state) impensabili
in qualunque altra epoca storica e, nel complesso, sotto qualsiasi altro
regime. Ma la democrazia come l’abbiamo conosciuta durante l’ "età
dell’oro" è in crisi: ovunque nel mondo (si pensi alla Russia, alla
Cina, all’India, al Brasile) e anche in Occidente, proprio dove è nata.
Di
questa crisi l’Italia è uno dei tre grandi poli, assieme all’America di
Trump e al Regno Unito lacerato dalla Brexit. Non solo perché qui da
noi le forze populiste, peraltro al governo, toccano vette di consenso
maggiori che in ogni altro paese avanzato. Ma perché quel sogno
liberal-democratico (o social-democratico), che mirava a tenere insieme
crescita e diritti, sviluppo economico e sviluppo umano, in fondo ha
registrato i maggiori successi, in termini di benessere e di libertà
reali, proprio in Europa, più anche degli Stati Uniti. E l’Italia
dell’Europa è una parte essenziale, o almeno dovrebbe.
Il nuovo libro di Sabino Cassese ( La svolta. Dialoghi sulla politica che cambia, il Mulino) parla di questo.
È
una riflessione in presa diretta sul dato politico più importante del
nostro tempo, che potrebbe segnare un cambiamento d’epoca e che ha
smentito le previsioni ottimistiche sulla "fine della storia": cosa è
successo negli ultimi due anni, allo sguardo di un intellettuale
d’eccezione qual è Cassese. Molto originale, perché strutturata in forma
di dialoghi con se stesso, un genere letterario che l’autore aveva
riproposto ispirandosi a grandi del passato (Galileo, Diderot,
Leopardi), inizialmente proprio su Repubblica. Più recenti, le
autointerviste qui raccolte, apparse sul Foglio nel 2017 e 2018,
commentano l’attualità con una grande profondità storica. Sono ironiche,
argute e spesso coltissime, come richiede lo stile, stupiranno il
lettore. Quasi un diario, ma organizzato per temi, preceduto da un
saggio inedito sull’Italia e gli scenari globali.
Che insegnamenti trarne?
Diversi,
fra cui una lezione di impegno civile. Ma due più di altri conviene
sottolineare, perché controcorrente. Il primo sulla costruzione europea,
che dobbiamo tenerci cara, e a cui guardare con criticità ma anche
ottimismo: è un esperimento inedito e appena cominciato (anche per
questo imperfetto), che pure è riuscito a compiere straordinari passi
avanti sulla strada dell’integrazione pacifica e democratica, che non si
erano mai visti in tutta la storia umana. E l’Europa continua a
progredire, contrariamente a quel che molti pensano. Deve continuare,
perché è come una bicicletta: se si fermasse cadrebbe.
Il secondo
sulla democrazia, anch’essa da tenerci cara. La democrazia, sottolinea
Cassese, non è solo l’esercizio del diritto di voto, non si riduce al
principio di maggioranza. È un sistema di pesi e contrappesi (la
divisione dei poteri), che serve a limitare gli abusi da parte di chi
vince e, in questo modo, tutela i diritti fondamentali di ogni persona.
Ed è un sistema che tempera il principio di maggioranza con quello
meritocratico: si pensi al ruolo delle autorità indipendenti, o
all’importanza della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario,
dove si accede tramite concorso. Il merito si affianca al consenso,
completandolo.
Di più, e meglio. Anche l’esercizio del diritto di
voto non vuol dire solo depositare la scheda nell’urna. La democrazia
deve anche garantire ai cittadini la possibilità di formarsi
un’opinione, per poi votare in modo consapevole: la libertà di stampa e
di associazione, regole elettorali che consentano un’equa competizione,
la stessa indipendenza fra i poteri. Nel Novecento, la democrazia si è
incontrata con il liberalismo, dottrina politica (non economica) nata
con l’Illuminismo, e da allora i due sono diventati inseparabili, perché
si completano a vicenda. A ben vedere, la "democrazia illiberale"
teorizzata da Orbán, cui si ispira una parte dell’attuale maggioranza,
non può esistere: la democrazia o è liberale, o non è.
Sabino Cassese La svolta di Sabino Cassese (Il Mulino pagg. 340 euro 18)