La Stampa 11.2.19
Ritrovata una città perduta in Sudafrica. Ed è molto più grande del previsto
Le immagini qui
di Noemi Penna
Non
è così antica. Ma nonostante tutte se ne erano perse completamente le
tracce. Dopo anni di ricerche, grazie all'impiego della tecnologia
laser, gli archeologi hanno ritrovato la fiorente città di Kweneng
all'interno di quello che oggi è la riserva naturale di Suikerbosrand,
in Sudafrica.
Siamo a 50 chilometri da Johannesburg e
l'insediamento è esistito per circa quattrocento anni, per poi essere
distrutto e abbandonato intorno al 1820, probabilmente a causa delle
guerre civili. Qui risiedevano 10 mila persone di etnia Tswana e i loro
discendenti da allora lottando per far riconoscere Kweneng come patria.
Alcune
rovine di Kweneng erano già state individuate. Ma solo ora è stato
possibile scoprire molto di più sul suo passato e la sua estensione,
decisamente maggiore rispetto a quanto si pensava. «Dai risultati
ottenuti grazie ai laser, pare che Kweneng fosse divisa in tre quartieri
distribuiti su 20 chilometri quadrati, con due grandi recinti in pietra
che probabilmente venivano impiegati per il bestiame», spiega il
professor Karim Sadr.
La Witwatersrand University aveva
individuato nella zona delle strutture pre-coloniali durante un'indagine
aerea già nel 1968. «Ma erano molto meno di quanto siano effettivamente
presenti». Questo perché «la città è nascosta da uno spesso strato di
vegetazione». Ora però «abbiamo trovato oltre 900 strutture, e molti
indizi testimoniano il ruolo importante che aveva questa città
nell'economia locale e non solo».
Grazie ai dati forniti dal lidar
- tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di
un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser - è stato
anche possibile ricostruire in 3D la città perduta, creando una nuova
mappa topografica della zona e «riempiendo un enorme divario storico,
dato che la storia pre-coloniale dell'Africa meridionale non ha tracce
scritte».