il manifesto 10.2.19
Landini: «Seminiamo unità, cambiamo in meglio il paese»
Dal
Palco. Il neosegretario della Cgil: «Di Maio in Francia va dai gillet
gialli, da noi non ha il coraggio di incontrarci». Furlan: «Come si fa a
dire che il 2019 sarà bellissimo e incredibile? Lo sarà, ma perché non
ci crede più nessuno». Barbagallo: una folla così immensa il governo non
la può ignorare
di Massimo Franchi
«L’aria sta
cambiando, il governo inizia a capirlo e per questo ci attacca»,
commentano tutti sul palco. Sei anni dopo l’ultima volta, Cgil, Cisl e
Uil riempiono piazza San Giovanni. Al tempo dei social, degli haters da
tastiera e della propaganda populista non era affatto scontato. La
manovra con Reddito di cittadinanza e Quota 100 «non dà risposte a chi
per vivere deve lavorare ed è sempre più povero».
IL BATTESIMO per
il Landini segretario generale della Cgil è da vero «saldatore».
Diversamente dal passato in cui la confederazione più grande chiudeva i
comizi, l’accordo prevede che lui sia il primo a parlare dopo i sei
lavoratori che hanno raccontato «a cosa si è ridotto il lavoro (e la
pensione) ai giorni d’oggi».
Landini detta la linea e scalda la
piazza. «Siete uno spettacolo – dice rivolto ai manifestanti – visto che
tutti danno i numeri, dei numeri noi non ne diamo: contateci voi», è la
sfida ai media mainstream che hanno boicottato la manifestazione e a
Lega e M5s che la bombardano da giorni.
L’attacco a Di Maio c’è
subito: «A chi va ad incontrare chi protesta negli altri paesi (la
delegazione di gillet gialli, ndr) chiediamo abbia un briciolo di
coraggio e incontri noi che siamo il cambiamento, qui c’è il cambiamento
e non abbiamo scritto “Giocondo” qui sopra» perché «abbiamo bisogno di
unire questo paese, di impedire la corsa al ribasso fra lavoratori». Le
bussole sono sempre la Costituzione («che va applicata anche nella parte
in cui prevede effettiva partecipazione dei lavoratori») e la
«questione ambientale» per cui serve «fare sistema con tutti per un
nuovo modello di sviluppo». La «lotta dei lavoratori ungheresi» porta a
parlare di Europa e populismi: «Non lasciamo la bandiera a chi pensa che
i problemi si risolvano nei propri condomini: siamo preoccupati quando
il linguaggio agisce sulle solitudini, bisogna diffidare e cambiare
strada quando si incontra uno che dice che da solo risolverà tutto: vi
sta prendendo in giro». E quanto alla riforme del governo le critiche
sono motivate: «Il problema non è i 200-300mila persone che andranno in
pensione, sono i 20 milioni che non ci andranno: i giovani, i precari,
le donne, i lavori gravosi», mentre sul «reddito noi abbiamo chiesto il
Rei e lo criticavamo perché aveva poche risorse; ora le risorse ci sono
ma si mescola tra contrasto alla povertà e politiche per il lavoro con
il rischio di non risolvere nessuna delle due».
LA RICETTA per il
«cambiamento reale al primo posto ha un piano straordinario di
investimenti per infrastrutture, specie sociali» perché «con la cultura
si cresce» andando «a trovare i soldi dove ci sono: evasione fiscale e
patrimoni, altro che tassa piatta». Le speranze che il governo ascolti –
«abbiamo pazienza e glielo ripeteremo» – sono poche e allora la
promessa è chiara: «Non ci fermeremo, andremo avanti sul territorio
finché non otterremo risultati».
LA CHIUSURA è un riconoscimento
per chi c’era e un impegno per il futuro. «Se la piazza è piena il
merito non è mio: è di Susanna Camusso, Furlan e Barbagallo che a
settembre hanno iniziato a prepararla decidendo che prima andasse
fissata una piattaforma di proposte da discutere coi lavoratori» e se
«ci sono quelli che hanno seminato odio e rancore, noi seminiamo
solidarietà, idee di giustizia sociale e dimostriamo che si può
cambiare», partendo dalla «coscienza di questa piazza fatta di una unità
che va estesa a tutti i luoghi di lavoro». E per dare un segnale i
primi lavoratori che Landini incontra appena sceso dal palco sono i
rider di Firenze di Foodora che lottano da mesi contro il licenziamento
di 200 di loro dopo l’acquisizione da parte di Glovo.
Tocca a
Annamaria Furlan prendere il testimone da Landini e fare un comizio
molto battagliero, specie sul tema dei migranti: «Se c’è gente che sta
affogando la domanda non deve essere: fuggono dalla guerra o dalla fame?
La risposta deve essere: noi li salviamo». L’attacco al governo della
leader Cisl è diretto: «Guardate il volto della realtà di chi lavora,
l’Italia reale ha bisogno di collegialità, di discutere, di affrontare
assieme i problemi, basta usare la retorica della crescita che non c’è:
come si fa a dire che il 2019 sarà un anno bellissimo e incredibile? Sì,
incredibile perché non ci crede più nessuno».
A chiudere Carmelo
Barbagallo che ha rivendicato il successo della manifestazione: «Siete
un arcobaleno di colori che dà speranza, una folla immensa, il governo
ne tenga conto», ha chiesto il leader Uil. «Il paese è in recessione –
ha proseguito – noi siamo contro l’austerità e vogliamo batterci perché
si riprenda il cammino economico e produttivo».