Il Fatto 13.2.19
“Sto con gli anarchici, sovversivo è lo Stato”
Donatella Di Cesare La filosofa sullo sgombero dell’Asilo: “Chi esprime dissenso oggi è criminalizzato”
di Maddalena Oliva
È
tra i filosofi più presenti nel dibattito pubblico, accademico e
mediatico. Saggista ed editorialista, ha vissuto sotto protezione fino a
qualche mese fa per le minacce ricevute da gruppi neonazisti e
neofascisti. Sabato scorso, nel pieno della guerriglia a Torino, si è
schierata pubblicamente “dalla parte degli anarchici dell’Asilo, centro
sociale sgomberato senza motivo”.
Ci sono indagini della
magistratura in corso, 8 arresti convalidati, si parla di una vera “rete
sovversiva”, non le sembra pericoloso il suo endorsement?
Ho
scritto quel post perché penso, insieme a molti altri, che sgomberare in
modo così violento un centro sociale come l’Asilo che esiste da 24 anni
nella città di Torino sia stata un’iniziativa immotivata: un’operazione
spot.
Il questore di Torino ha detto: “Non è un centro sociale
normale, sono devastatori che vogliono sovvertire l’ordine democratico
dello Stato”.
Sono rimasta sorpresa, e indignata, da questo
linguaggio. Il questore, a proposito degli arrestati, ha parlato di
“prigionieri”: parola che mi sembra inappropriata, rimanda a uno
scenario bellico, da Stato di polizia. In linea con il ministro
dell’Interno Matteo Salvini che ha chiesto “la galera per gli infami”, e
col consigliere leghista che ha invocato un’altra Diaz. Tutto questo,
sì, è allarmante per la democrazia.
L’attività investigativa
identifica nell’ex Asilo Okkupato un centro operativo di una rete che ha
come obiettivo la distruzione dei centri per i rimpatri dei migranti,
attraverso incendi da innestare all’interno dei cpr e colpendo le
aziende che collaborano nel comparto dell’immigrazione.
Chiariamolo
subito: sono contraria a ogni forma di violenza fisica. Ma di cosa sono
accusati gli anarchici dell’Asilo? Di aver istigato dei migranti di un
Cpr a ribellarsi attraverso dei messaggi inviati in palline da tennis?
Dovremmo metterci tutti davanti alle porte dei Cpr, questa è la verità. È
lì che avviene la sovversione della democrazia.
Leggo già il tweet di Salvini sull’“intellettuale di sinistra radical chic”.
A
certe espressioni folkloristiche ormai siamo abituati. Ma è venuto il
tempo di avere il coraggio di essere impopolari, di posizioni devianti
contro il consenso imperante. I Cpr sono strutture in cui le persone
sono trattenute per essere espulse e scontano una detenzione per un iter
amministrativo, senza aver commesso reati, solo perché stranieri.
Questo fa parte, come più volte ho sostenuto, dell’universo
concentrazionario. Bisognerebbe essere quindi grati a chi manifesta la
propria indignazione contro questi centri. Condanno gli scontri di
sabato, ma bisogna distinguere. Incendiare un materasso in un Cpr non è
violenza: è violenza quella che viene esercitata dentro al centro su
persone che, ripeto, non hanno commesso alcun reato. Ci sono stati degli
atti che hanno incitato a forme di disobbedienza? Ce ne dovrebbero
essere di più. I cittadini sono tali solo se si interrogano sulla
legittimità delle leggi.
Dall’elogio della disobbedienza alla violenza il confine è sottile.
Viviamo
in un’epoca autoritaria, in cui lo Stato-nazione ha perso sovranità e
mostra il suo lato violento innalzando muri. Ecco perché l’anarchismo
oggi è estremamente attuale: è la visione opposta al sovranismo, perché
volge lo sguardo all’interno, negli interstizi di questa governance
poliziesca. Non è un insulto. Anzi. È essere politici, oggi.