giovedì 24 gennaio 2019

Repubblica 24.1.19
Il personaggio
Leyla, curda, senza cibo da 77 giorni
di Marco Ansaldo


"Mamma non lasciarmi": con queste parole e questa foto la figlia di Leyla Guven, Sabiha, lancia l’allarme in Rete sulle condizioni della madre

C’è una deputata curda, democraticamente eletta nel Parlamento di Ankara, in sciopero della fame da quasi 80 giorni in un lontano carcere turco. E c’è fuori, nel mondo, una massa sempre più imponente di persone, qualche centinaio, dagli Stati Uniti al Brasile, dall’Europa al Medio Oriente, che si uniscono a lei nella protesta. Che si riassume nella richiesta di far terminare il regime di isolamento a cui è sottoposto, da 20 anni, il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, unico detenuto rinchiuso dal febbraio 1999 nella prigione di Imrali, sperduto atollo nel Mare di Marmara.
Lei si chiama Leyla Guven, ha 55 anni, condannata a 31 anni di prigione. Ma ne deve affrontare un totale di circa 100 per avere criticato l’occupazione della città siriana di Afrin da parte dell’esercito turco, oltre che di far parte – sostiene Ankara – del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). In realtà Guven è una parlamentare del filo-curdo Partito democratico dei popoli, oltre che co-leader del Congresso della società democratica, un’assemblea che nelle zone del sud est dell’Anatolia riunisce esponenti della società civile, avvocati, organismi sindacali, attivisti per i diritti umani, considerata però dalla Turchia affiliata al Pkk.
In America la protesta di Leyla ha raccolto un testimonial importante, quell’Angela Davis, storica attivista dei diritti degli afroamericani, che l’altro giorno sul New York Times le ha dedicato una lettera: « Guven è di enorme ispirazione a chi crede alla giustizia e alla liberazione » . Ancora prima erano arrivare le parole di Leila Khaled, combattente e icona del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina: « Un modello per tutte le donne del mondo».
Anche in Italia molti si stanno attivando. Silvia Baraldini, che fu prigioniera politica italiana negli Usa, ha scritto una lettera di solidarietà. E un appassionato appello è stato lanciato dall’Iniziativa internazionale delle donne a Consiglio d’Europa, Osce e Ue.
Molto preoccupata è la figlia della deputata curda, Sabiha Temizkan, che ha postato un commovente tweet (" Mamma, non lasciarmi!"), con la foto in cui le stampa un bacio sulla guancia. La situazione della donna ha raggiunto una fase critica: nausea, afasia, sensibilità a suono e luce, confusione di coscienza, e un tumore al cervello che richiede farmaci