Repubblica 23.1.19
Lo studio di Eurobarometro
Ue, lo spettro dell’antisemitismo cresce l’allarme anche in Italia
di Alberto D’Argenio
Il 58% degli italiani lo considera un problema e per il 31% è un fenomeno in aumento. Svezia e Germania i Paesi più a rischio
Dal nostro corrispondente
bruxelles
Oltre
un italiano su due è preoccupato dall’antisemitismo. Il dato emerge
dall’Eurobarometro pubblicato ieri dalla Commissione europea, il giorno
successivo alla polemica che, lunedì, ha coinvolto il senatore 5S Elio
Lannutti, autore di un post che ha rilanciato i Protocolli dei Savi di
Sion, falso storico di inizio Novecento alla base dell’odio moderno nei
confronti degli ebrei. Quello degli italiani è un sentimento condiviso
dagli altri cittadini dell’Unione, anche se sull’aumento della minaccia
antisemita stando al sondaggio — che ha coinvolto 27mila persone —
sembra esserci un problema di percezione in tutto il continente: se
l’89% degli ebrei ritiene che negli ultimi 5 anni rischi e intolleranza
nei loro confronti siano aumentati, l’allarme è condiviso appena dal 36%
del resto della società europea e solo dal 31% per cento degli italiani
(siamo i decimi da questo punto di vista nell’Unione).
Per il 39%
della popolazione dell’Unione, infatti, l’antisemitismo è stabile
mentre per il 10% è in diminuzione. In otto paesi la maggioranza degli
intervistati ritiene comunque che, a prescindere dall’aumento della
minaccia, sia un problema: si tratta di Svezia (81%), Francia (72%),
Germania (66%), Olanda (65%), Regno Unito ( 62%), Italia ( 58%), Belgio (
50%, ma il 49% non lo ritiene minimamente un problema) e Austria (47%).
Tuttavia in 20 paesi la maggioranza dell’opinione pubblica pensa che
l’antisemitismo non sia un tema di cui preoccuparsi: spiccano i casi di
Estonia ( solo il 6% percepisce un rischio contro l’86%) e Bulgaria (10%
vs 64%).
Interessante scorrere i dati per ogni singola categoria
del sondaggio, pubblicato in vista della Giornata della memoria. Ad
esempio, per il 52% delle donne l’antisemitismo rappresenta un problema,
contro il 48% degli uomini. La percezione degli over 40 cambia rispetto
ai giovani: per il 52% dei più maturi è un problema, mentre nella
fascia tra i 15 e i 24 anni lo è solo per il 46%. E ancora, per il 54%
di coloro che hanno completato gli studi l’odio verso gli ebrei è
preoccupante, mentre la percentuale scende al 44% tra coloro che hanno
smesso di frequentare la scuola a 15 anni (44%) o a 19 (49%).
La
percezione varia anche a seconda delle amicizie, per cui risulta più
consapevole dei rischi legati all’antisemitismo (64%) chi ha amici ebrei
o chi (59%) frequenta musulmani. Tra coloro che hanno rapporti solo con
persone della propria religione o etnia, invece, la preoccupazione si
ferma al 42%.
In generale il negazionismo è considerato il rischio
numero uno (in Italia dal 61% degli intervistati), seguito
dall’antisemitismo su Internet, dai graffiti contro la comunità ebraica e
dalle minacce fisiche nei luoghi pubblici. Il 68% degli europei
considera che nel proprio paese non ci sia abbastanza informazione sulla
storia e sulle pratiche religiose degli ebrei, mentre il 43% pensa che
l’Olocausto sia insegnato in modo sufficiente a scuola (il 42% la vede
nel modo opposto). E infine il 54% degli europei — specialmente nel Nord
e nell’Est dell’Unione — ritiene che il conflitto in Medio Oriente
abbia un’influenza sulla percezione degli ebrei nel proprio Paese.