lunedì 14 gennaio 2019

Repubblica 13.1.19
La confusione regna sovrana
Elias Canetti, Friedrich Nietzsche, Aristotele, Edgar Allan Poe
di Eugenio Scalfari


Qualche cosa è cambiato nella politica italiana. Per esempio Salvini ha ritenuto di dover fare un passaggio geopolitico nelle antiche regioni del Nord, quando all’epoca di Umberto Bossi non a caso il suo partito si chiamava Lega Nord. Adesso si chiama semplicemente Lega perché Salvini è riuscito ad estenderla dalle Alpi al mare, lungo tutto lo stivale italiano.
Da un certo punto di vista si direbbe addirittura che la Lega sia più forte al centrosud che in Val Padana. I risultati numerici della Lega di Salvini nei sondaggi viaggiano oltre il 30 per cento e con alcune alleanze tipo Meloni e Berlusconi supera il 40. Analoga situazione ha toccato in questi anni il partito populista di Beppe Grillo. Con il comico diventato politico una decina di anni fa i grillini non erano che populisti: volevano distruggere tutte le élite e del programma futuro si sarebbero occupati soltanto quando quella distruzione fosse stata completa. A Grillo la formula partito non piaceva ma ad alcuni dei suoi giovani amici faceva gola creare un partito, e questa fu l’impresa di Luigi Di Maio. Dal 10 Di Maio crebbe rapidamente al 20 e addirittura lo superò fino al 28-30 per cento. Rimase comunque un partito populista che probabilmente avrebbe tentato la via di un’alleanza con i democratici, ma alle elezioni del 4 marzo Matteo Renzi arrivò con uno stentato 18 per cento, e in qualche mese perse altri due o tre punti. Praticamente scomparve diventando un residuato di guerra.
Come si fosse ritirato in una grotta difesa da un filo spinato. Renzi fu ritenuto il responsabile della sconfitta, ma non era il solo colpevole. Adesso il Pd è di fatto fuori gioco e tutti gli altri sono alleati tra loro con maggiori o minori forze: hanno toccato il massimo nei sondaggi con quasi il 70 per cento degli elettori, e questa è la fotografia della situazione, la quale tuttavia sta cambiando faccia. Il motivo è evidente: tra alcuni mesi ci saranno le elezioni europee e quindi ogni partito cerca di avere connotati non solo italiani ma anche del continente del quale facciamo parte. Questo aumenta le difficoltà poiché in Europa Berlusconi ci sta a modo suo, la Meloni praticamente non ci sta per niente e la Lega di Salvini e i Cinque stelle di Di Maio ci stanno ognuno a modo proprio. Questa è la situazione che va esaminata, la quale tuttavia non può prescindere anche e forse soprattutto dalle valutazioni economiche italiane ed europee, e questo è un punto da aggiornare e approfondire.
*** La situazione economica è assai complicata in Europa ed egualmente in Italia. Da noi le aziende pubbliche o para- pubbliche che svolgono attività industriali e bancarie hanno perso tra i 4 e i 5 punti rispetto a cinque anni fa. Il lavoro in nero è alquanto aumentato, ma lo è anche la disoccupazione giovanile. Si aggiunga a tutto ciò che il sostegno della Banca centrale europea è in via di diminuzione e probabilmente sta per scomparire quando tra pochi mesi il mandato di Draghi scadrà e quindi la politica della Bce sarà guidata da un altro presidente e da una diversa politica. Le difficoltà economiche sono quindi notevoli. Non a caso si sta riformando una specie di proletariato e comunque un’attività produttiva in fase di decadenza. Lo avverte la Confindustria, lo avverte la Banca d’Italia, le Assicurazioni generali e alcuni potentati economici che fino a tre- quattro anni fa erano ancora in buona posizione e ora non lo sono più. Situazioni analoghe in alcuni casi addirittura più gravi avvengono anche in altri Paesi europei, specialmente in Germania, in Ungheria, in Portogallo e anche nell’Inghilterra della Brexit. Si direbbe che sia la società globale a creare disparità di funzioni tra un continente e l’altro, a produrre popoli vaganti e a far diminuire il benessere generale, perfino in grandi imperi a cominciare dagli Usa di Trump. La situazione economica è meno disagevole in Russia e in Cina. Insomma è più attivo l’Oriente che l’Occidente. Vedremo che cosa accadrà nelle prossime elezioni europee. Ragionando a occhio direi che dal punto di vista economico- finanziario è l’intero nostro continente e anche in parte nelle Americhe che la situazione economica zoppica e lo spostamento dei popoli accresce.
Le elezioni europee che avranno luogo nei prossimi mesi segneranno un appuntamento importante nella situazione economica e politica. Per quel che si può prevedere peggiorerà, benessere e malessere sono ampiamente diffusi. A me capita spesso di ricordare il Manifesto filoeuropeo di Ventotene ma questa volta evito perché l’Europa e le singole Nazioni che la compongono hanno imboccato e continuano a procedere su una strada che è l’esatto contrario dei valori perseguiti da Altiero Spinelli e dai suoi compagni: l’Europa è un continente privo di qualunque personalità; non parlo di personalità individuali ma di valori collettivi che in un’Europa come quella che conosciamo non esistono più: è un continente-accozzaglia dove in ciascuno dei 27 Stati che ne fanno parte ci sono partiti privi di valori e di ideali. Su una carta geografica che volesse essere il più possibile descrittiva avremmo un continente pluri- colorato o addirittura senza colore e cioè il peggio del peggio.
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Ho riletto in questi giorni alcuni libri che conobbi molti anni fa. Contengono, ovviamente in modi diversi l’uno dall’altro, una cultura che si manifesta con una sorta di sentenze o di frasi che hanno in se problemi molto importanti ma espressi con immagini o brevi motti e parole.
Ne citerò qualcuno perché fornisce l’idea di problemi molto concreti ma manifestati con quello che Nietzsche chiamava il "Crepuscolo degli idoli". Ne cito qualcuno.
Elias Canetti: "La sua idea del comunismo è che nessuno prenda ordini da lui; ma come fa a marciare la gente se nessuno comanda e come fa ad andare avanti senza marciare?". " In un’epoca meno commerciale il successo si chiamava ancora gloria. Forse allora era più bello". "Si può vincere la propria sventura solo mettendola in gioco".
Friedrich Nietzsche: " Per vivere soli una bestia o un dio — dice Aristotele. Manca il terzo caso: bisogna essere entrambe le cose: filosofo". " L’uomo è solo uno sbaglio di Dio? O Dio è solo uno sbaglio dell’uomo?". "Vuoi andare insieme agli altri? O precederli? O andare per la tua strada? Si deve sapere che cosa si vuole e che si vuole, questa è questione di coscienza". "La formula della mia felicità: un sì, un no, una linea retta. Uno scopo". "Sei sincero? O soltanto un attore? Uno che rappresenta? O ciò stesso che è rappresentato? In definitiva sei soltanto l’imitazione di un attore".
Edgar Allan Poe: " Odi, un rintocco di campane Ferree campane!
Quale mondo di pensieri gravi evoca il loro pianto!
Nel silenzio della notte Quale tremito non mette La minaccia loro cupa?
Ogni suono che si effonde Ti rimbrotta E la gente — ah quella gente!
Che sta sopra il campanile, Sola sola.
Rintoccando rintoccando rintoccando In un solo sordo tono Un macigno a noi sul cuore Batte il tempo il tempo il tempo Con un runico concerto Al peana di campane Di campane Batte il tempo il tempo il tempo Con un runico concerto Al sussulto di campane Di campane di campane Al singulto di campane Batte il tempo il tempo il tempo Rintoccando rintoccando Il bel runico concerto Al rullare di campane Di campane di campane Al toccare di campane Di campane di campane Con un’onda tremebonda di campane!".
"Ed il Cervo non fu scosso Dal suo posto non s’è mosso Là, sul busto di Minerva Messo in sommo della porta: ad un demone sognante Il suo occhio è somigliante E la lampada tremante L’ombra sua sul pavimento Versa e il mio cuore dall’ombra Sparsa sopra il pavimento Non si leverà — mai più".
Queste citazioni, nella forma molto diversa tra loro ma nella sostanza abbastanza analoghe, potranno sembrare prive di alcun legame con i concreti problemi politici ed economici trattati in precedenza. E infatti non lo hanno ma aprono a modo loro un ambito che indica la complessità della vita, soprattutto quando la vita non si mescola a problemi concreti e pratici ma semplicemente all’Arte. L’Arte è un elemento fondamentale della vita e quindi non va trascurato.