La Stampa 7.1.19
Palestinese uccisa a pietrate, sotto accusa cinque minorenni ebrei
La famiglia: sapevano che erano stati gli abitanti degli insediamenti
di Giordano Stabile
I
servizi interni israeliani, lo Shin Bet, hanno arrestato cinque
minorenni ebrei, residenti in un insediamento in Cisgiordania, con
l’accusa di aver ucciso a pietrate il 12 ottobre scorso Aisha Rabi,
madre di otto figli. La donna era stata colpita alla testa mentre
guidava la sua auto vicino a Nablus. Gli arresti, sabato, hanno
suscitato un’ondata di proteste in Israele ma sono stati accolti con
scetticismo fra i palestinesi. La famiglia di Aisha Rabi ha detto di non
essere sorpresa: “Sapevamo fin dall’inizio che erano stati abitanti
degli insediamenti”. La donna, 45 anni, aveva due figli maschi e sei
figlie.
Il marito Yakub, che era con lei nell’auto quando è stata
uccisa, ha confermato oggi di aver saputo “da amici” dell’arresto dei
cinque minorenni: “Abbiamo sentito queste voci – commentato – ma non c’è
nulla di ufficiale. In questo momento vogliano soltanto continuare con
le nostre vite. Gli arresti arrivano troppo tardi, se si fosse trattato
di arabi li avrebbero presi dopo un giorno o due”. In ogni caso, ha
aggiunto, “sapevano che erano stati loro, non è il primo attacco di
questo genere contro gli arabi di quella zona, gli arresti non mi
restituiranno la mia vita”.
La famiglia Rabi vive nelle villaggio
di Bidya in Cisgiordania, vicini alla cittadina di Netanya. Aisha era
molto conosciuta e migliaia di persone hanno partecipato la funerale e
la donna è stata dichiarata una “martire”. I cinque adolescenti sono
accusati di “grave atto terroristico e omicidio”. I servizi interni
guardano con preoccupazione l’emergere di quello che è stato definito
“terrorismo ebraico” in Cisgiordania.