La Stampa 28.1.19
Stefania Prestigiacomo
“Ho visto ragazzi torturati. Disumane le speculazioni”
di Alessandro Di Matteo
Stefania Prestigiacomo, che situazione ha trovato sulla «Sea watch»?
«Una
situazione difficile. Ho trovato uomini e, soprattutto, tanti giovani,
ragazzi, segnati dalle giornate di mare e, molto di più, dal periodo
trascorso in Libia. Abbiamo ascoltato le loro storie agghiaccianti di
violenze e di prigionia, ci hanno mostrato i segni delle torture.
Sommare a tutto ciò un inutile braccio di ferro, in una situazione che
comincia a essere a rischio anche dal punto di vista igienico mi pare
inumano».
Non è una “crociera” o un “pacchia” insomma...
«Ovviamente
no. Ma non voglio entrare dentro questa retorica che trasforma i drammi
umani e i problemi politici in chiacchiera e materiale per hater dei
social network».
Però Salvini accusa lei e gli altri parlamentari saliti sulla nave di avere violato la legge.
«Ci denunci e chieda il nostro processo, così avremo anche noi come lui il dubbio se rinunciare o meno all’immunità».
Il
leader della Lega usa un argomento che fa presa tra i cittadini: perché
non se ne fanno carico i paesi dove è registrata la nave o dove ha sede
la Ong?
«Da questo punto di vista Salvini non ha torto. Esiste un
enorme problema europeo sulla questione migranti e ha ragione l’Italia a
chiedere che le persone che arrivano vengano equamente distribuite fra i
paesi dell’Ue».
Lei ha parlato di «show mediatico»: pensa anche lei, come Berlusconi, che la vicenda sia usata per distrarre i cittadini?
«Guardi,
io sono appena scesa da una nave piena di disperati e ho davvero
difficoltà a leggere quelle esistenze come elementi di polemica politica
nazionale. Sicuramente la questione migranti è centrale nella
dialettica fra la destra e la sinistra in Italia e sicuramente è oggetto
di speculazione politica. Ma io oggi non riesco proprio a leggerla in
questi termini».
Ma questa linea non porta Fi in rotta di collisione con un alleato importante come la Lega in vista delle regionali?
«Poche
ore prima che io salissi sulla Sea Watch il presidente Berlusconi ha
detto che se fosse dipeso da lui quei 47 li avrebbe fatti sbarcare. Il
problema dell’alleanza con la Lega è ampio, complesso e non dipende dai
quei 47 migranti».
Come è nata la sua decisione di andare sulla nave? Non era scontato per una parlamentare del centrodestra.
«La
nave è all’ancora davanti la mia città. Siracusa da anni ospita e
accoglie migranti nel segno della convivenza e dell’integrazione. Io
sono stata fra i migranti sia da componente del governo che da esponente
dell’opposizione. Semmai viene da chiedersi come mai fossi la sola
parlamentare siracusana sulla Sea Watch».
Tajani ha detto che lei è
andata a titolo personale, ma anche Berlusconi ha detto che avrebbe
autorizzato lo sbarco. Fi cambia linea sull’immigrazione?
«La
posizione di Forza Italia sull’immigrazione è molto chiara ed è quella
del coinvolgimento e della responsabilizzazione dell’Europa. Abbiamo i
nostri valori di umanità a cui non possiamo rinunciare mai. Forse sul
caso specifico Tajani non aveva sentito Berlusconi».
Molti suoi
colleghi di Fi però si sono infastiditi per questa sua iniziativa, le
rimproverano di essersi affiancata al Pd e a Leu.
«Mi scusi, io
non riesco a fare distinzioni politiche su una iniziativa di carattere
umanitario. Io mi sono affiancata alla mia città che è disposta ad
accogliere i migranti e non ho problemi a dialogare con colleghi di
qualsiasi partito su questi temi».