martedì 22 gennaio 2019

La Stampa 22.1.19
Mamma getta a terra neonata e la uccide
Arrestata
di Carlo Amato


Un attimo prima cullava sua figlia nata da appena quattro giorni, un attimo dopo la scagliava sul pavimento gridando «l’ammazzo». Cosa sia passato per la testa di Federica Ziliotto, 42 anni, neo mamma di Bolzano Vicentino, è uno dei misteri a cui nessuno mai riesce a dare una spiegazione. Due tonfi, le grida. Alice è volata via così, all’alba della vita. In mezzo alle macerie rimane Riccardo Stocco, 45 anni, di San Martino di Lupari, un padre che non sarà mai padre. I medici dell’ospedale San Bortolo hanno provato di tutto per salvare la neonata che però è morta poco dopo la mezzanotte di domenica. Troppo gravi i traumi riportati nelle due cadute sul pavimento, favorite da una madre che aveva perso la ragione. E che forse si è resa conto di ciò che ha fatto quando ormai era troppo tardi. Il marito l’ha soccorsa in bagno mentre con un coltello tentava di ferirsi.
Il raptus
Ora si trova in stato di arresto, piantonata in Psichiatria e accusata di omicidio volontario. Una tragedia che parrebbe non avere altra spiegazione se non quella di un raptus improvviso e incomprensibile.
Stress, depressione post partum, sono alcuni dei binari in cui la scienza prova a ingabbiare la complessità della mente umana. Sabato madre e figlia erano state dimesse dall’ospedale ed erano tornate a casa, un fiocco rosa sul cancello d’ingresso, i palloncini in tutte le stanze. L’atmosfera sembra magica, ma la svolta è improvvisa e repentina. Si sente un tonfo, poi subito un altro. Riccardo Stocco si precipita in soggiorno per capire cosa sia successo e rimane atterrito. Trova la neonata sul pavimento, immobile. La moglie comincia a urlare. Sono frasi senza senso. L’unica frase comprensibile mette i brividi: «L’ammazzo».
Il padre solleva la bambina e la adagia nell’ovetto, mentre la moglie afferra un lungo coltello da cucina e si fionda in bagno, dove prova a ferirsi. Il marito interviene prima che sia troppo tardi e le sfila l’arma dalle mani. Subito si attacca al telefono. Una manciata di minuti dopo i lampeggianti rischiarano la zona.
Le condizioni della neonata sono disperate. Viene intubata e trasportata con la massima urgenza all’ospedale. Sull’altra ambulanza viene caricata la madre. Federica Ziliotto viene prima medicata e poi ricoverata in osservazione nel reparto di Psichiatria, la figlia finisce in terapia intensiva pediatrica ma è tutto inutile.