il manifesto 13.1.19
Decreto sicurezza, noi stiamo con le Antigoni
Manifesto disobbediente dell’Officina dei Saperi
Si
ripropone, da secoli, ogni volta che insorge lo «stato di eccezione» –
ovvero ogni volta che il potere politico esubera non solo rispetto
all’ordine giuridico ma alle norme etiche o alla percezione di valori
non scritti della civiltà – lo storico conflitto fra Creonte e Antigone,
fra la Legge storica e la Legge naturale e umana della compassione e
della pietà. Il conflitto è noto e gli dà voce l’immensa tragedia di
Sofocle: da una parte le ragioni di Creonte, il tiranno di Tebe che,
interpretando le leggi della città che impediscono sepoltura ai
traditori, proibisce l’inumazione del ribelle Polinice; dall’altra le
ragioni di Antigone, la giovane fanciulla sorella di Polinice che,
vedendo il cadavere esposto al martirio dei corvi, disobbedendo alla
legge, con rischio personale, sacrificando la sua felicità (è promessa
ad Emone, figlio di Creonte), porta il corpo del fratello nella città e
lo seppellisce.
Sofocle, i Greci cioè, non prendono posizione per
una delle due parti (anche se la tragedia si chiama Antigone). Sono
tragici appunto e sanno che non ci può essere società e giustizia senza
il rispetto della legge, così come non può esserci umanità senza la
pietà e l’inumazione dei morti. Da tragici, cavalcano entrambe le
ragioni (anche se, appunto, la tragedia continua a chiamarsi Antigone).
Noi
invece, qui ed ora, stiamo dalla parte di Antigone e di tutte le
Antigoni. Perché sono molte, dopo quella dell’alba greca. In nome di
Antigone, per esempio, si schierarono gli avvocati che accusarono i
criminali nazisti durante il processo di Norimberga: processo che in
nome di Creonte non avrebbe mai potuto essere celebrato in quanto quei
capi nazisti non avevano fatto altro che obbedire alla legge scritta,
storica, del loro Stato. Così come fu in nome di Antigone che i soldati
americani strapparono la loro carta di identità per disobbedire alla
scelta scellerata della guerra del Vietnam, ed è in nome di Antigone che
in ogni paese, tanti e tanti disobbedienti, si ribellano alla
violazione dei diritti umani pur sancita dalla legge di quei Paesi.
Stiamo
dunque con le Antigoni , disobbedienti per far andare avanti la vita,
perché è falsa la separazione, perché è falso che possa esistere una
Legge che sia contro la Vita.
La vita, la sua dignità, la cura
della sua fragilità, è il fondamento della legge, senza del quale la
legge non è che esercizio retorico o peggio, brutale esercizio del
potere: uno «sterile e colpevole legalismo», come denunciò nel ’46 Piero
Calamandrei, appellandosi invece alle «leggi superiori di Antigone»,
leggi dell’umanità che poi improntarono lo spirito e i principi della
nostra Costituzione.
Stiamo con le Antigoni e dunque con quei
Sindaci, che, mettendo a rischio la sicurezza del loro mandato, in
questi giorni disobbediscono ad un Decreto contro l’immigrazione, una
vera e propria legge razziale che fomenta la violenza e la paura,
sentimento non ammissibile nello Stato, ma appunto foriero a legittimare
solo uno «stato di eccezione». Stiamo con le Antigoni e con i Sindaci
anche perché la civiltà che più amiamo è figlia di un mare di terre e di
mari, come diceva un suo grande cantore, che non può essere pensato se
non come una koinè ospitale, dove le voci, le storie degli uomini e
delle donne, si intrecciano, si scambiano e si danno rifugio e reciproco
soccorso.
In questo mare, nel basso Mediterraneo, si sta
compiendo un crimine che ci rinfacceranno tutti i libri di storia. E
fossimo stati più giovani, molti di noi avrebbero prestato i loro corpi
per fermare questo massacro, magari andando su quelle navi dove la
meglio gioventù europea oggi va all’aiuto dei naufraghi.
Possiamo
però oggi mettere a disposizione le nostre parole, i nostri libri, gli
spazi nei giornali, i nostri insegnamenti a scuola e all’università, per
sostenere un grande movimento di disobbedienza e resistenza civile che
restituisca all’Italia la pietà (la pietas). In nome di Antigone.
Per Officina dei Saperi:
Laura
Marchetti, Ilaria Agostini, Lucinia Speciale, Maria Pia Guermandi,
Cristina Lavinio, Tiziana Drago, Renata Puleo, Lidia Decandia, Rossella
Latempa, Amalia Collisani, Francesca Leder, Piero Bevilacqua, Enzo
Scandurra, Tonino Perna, Giuseppe Aragno, Vittorio Boarini, Dino Vitali,
Roberto Budini Gattai, Francesco Trane, Alessandro Bianchi, Luigi
Vavalà, Velio Abati, Battista Borghi, Alfonso Gambardella, Francesco
Santopaolo, Rossano Pazzagli, Battista Sangineto, Giuseppe Saponaro,
Romeo Salvatore Bufalo, Paolo Favilli, Piero Caprari, Gianni Vacchelli,
Franco Blandi, Franco Novelli, Piero Totaro, Carmelo Albanese, Giovanni
Attili. Andrea Battinelli, Alberto Ziparo, Franco Toscani, Ugo
M.Olivieri.