Corriere 29.1.19
Il Dossier. I dati del Viminale
I 341 sbarchi fantasma: in un anno arrivati altri 5.999 migranti
di Fiorenza Sarzanini
Roma
Piccole imbarcazioni con 10, al massimo 20 migranti a bordo, che
sfuggono ai controlli e approdano in Italia sulle spiagge o comunque nei
tratti di costa non controllati. Mentre il ministro dell’Interno Matteo
Salvini conferma la volontà di non far scendere dalla Sea Watch i 47
stranieri e monta la protesta di chi invece vorrebbe che fosse
autorizzato subito lo sbarco, si scopre che ci sono altre migliaia di
stranieri giunti sulle nostre coste senza alcun ostacolo. Sono gli
«sbarchi fantasma» che — come ha sottolineato qualche giorno fa il
presidente della corte d’appello di Palermo, Matteo Frasca — «aumentano
in maniera vertiginosa». A confermarlo sono gli stessi dati del
Viminale: al 31 dicembre 2018 risultano effettuati ben 341 sbarchi e
arrivate 5.999 persone. Di queste, 2.331 sono state trovate appena scese
dai barchini e altre 3.668 sono state rintracciate a terra. Ma poi ci
sono anche quelle che sono riuscite a non farsi individuare e che —
dicono gli analisti — potrebbero essere almeno altre 2.000.
Le nuove rotte
Attraversano
il Mediterraneo, ma soltanto una parte arriva dalla Libia. Altri sono
gli Stati dove vengono organizzate le partenze e quindi è diverso anche
l’approdo. Attraverso gli interrogatori di chi è stato rintracciato, le
indagini contro i trafficanti e gli accertamenti svolti grazie al
pattugliamento del mare, si è scoperto che sono quattro le rotte
battute. Un punto di ritrovo è in Grecia, e chi si imbarca lì arriva in
Puglia. Alternativi ai «punti di ritrovo» libici sono quelli della
Tunisia, dove le organizzazioni criminali talvolta si spostano proprio
per evitare i controlli. Oppure da dove partono autonomamente i giovani
che vogliono tentare la fortuna in Europa. Giungono tutti in Sicilia, a
Lampedusa, ma molti anche nell’isola di Pantelleria. Chi si muove
dall’Algeria punta invece dritto verso la Sardegna, mentre dalla Turchia
l’approdo più diretto è quello della Calabria.
L’anno scorso sono
stati 1.229 gli stranieri arrivati in questo modo in Sicilia, e ben 659
sono stati fermati al momento in cui hanno toccato terra in Puglia, 275
in Calabria e 168 in Sardegna. Poi ci sono coloro che sono stati
rintracciati addirittura giorni dopo lo sbarco: 2.157 in Sicilia, 634 in
Calabria, 585 in Sardegna, 292 in Puglia. Numeri ben più alti di quelli
trasportati sulle imbarcazioni delle Ong o sulle navi militari, di cui
non si sa nulla se non quando vengono ritenuti «irregolari» e chiusi nei
centri di identificazione per il rimpatrio.
L’allarme del giudice
Nella
relazione resa pubblica sabato scorso, nel corso della cerimonia di
inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente Frasca ha parlato
esplicitamente di «aumento degli sbarchi fantasma come effetto del
mutamento delle politiche migratorie generali e del conseguente
allontanamento delle imbarcazioni delle Ong dalle acque internazionali
teatro del traffico di esseri umani». Non a caso — dopo aver
sottolineato come non sia chiaro se il calo degli sbarchi ufficiali sia
il frutto di una riduzione delle operazioni di salvataggio o
dell’aumento dei «morti in mare» — l’alto magistrato ha evidenziato come
«oltre alle impervie traversate con i migranti ammassati a centinaia in
condizioni disumane su barconi fatiscenti, vengono realizzati sempre
più spesso altri sbarchi, specie dalle coste tunisine verso quelle
siciliane». E per questo sono usati «mezzi più sicuri e veloci
riguardanti numeri ridotti di migranti che, giunti a destinazione,
riescono a sfuggire ad ogni vigilanza e ad operare al di fuori dei
circuiti istituzionali dell’accoglienza».
Numerose inchieste
avviate in Sicilia hanno documentato le modalità operative di scafisti e
trafficanti per riuscire a trasferire gli stranieri dall’Africa
all’Italia. Nel febbraio del 2017 un tunisino, intercettato al telefono e
poi arrestato, spiegava a un suo interlocutore: «Lui porta i suoi soldi
e si mette d’accordo... Lo chiama e gli dice di andare in un posto ben
preciso... Sale in macchina, lo accompagna dalla roccia alla roccia (per
traduttori e trascrittori significa da una spiaggia all’altra, dalla
Tunisia all’Italia, ndr)... Sulla roccia gli dà i suoi soldi ...
Capito... Sistemato. Tre ore e mezzo, il tizio lo fa scendere qui...
Sistemato».