Corriere 11.1.19
«Foreign policy»
Il fisico Rovelli tra i 100 pensatori più influenti
di Anna Meldolesi
Nella
lista dei 100 pensatori e intellettuali più influenti pubblicata da
Foreign Policy c’è il fisico italiano Carlo Rovelli, firma del Corriere.
Indicato anche perché ha scelto come lettori di riferimento le persone
comuni.
Leader e attivisti, intellettuali e innovatori, visionari.
E ora anche un fisico teorico che ha fatto appassionare alla scienza di
frontiera milioni di persone. Ogni anno Foreign Policy pubblica la sua
lista dei 100 pensatori che hanno lasciato il segno. L’elenco completo
del 2019 non è ancora noto, ma sappiamo già che Carlo Rovelli è uno dei
cento prescelti, ed è in ottima compagnia. «Sono sorpreso, non me lo
aspettavo», ci ha detto lo scienziato, con una nota di allegria nella
voce.
La scheda con cui Foreign Policy lo presenta sottolinea che,
a differenza di tanti colleghi, il fisico italiano ha scelto come
lettori di riferimento le persone comuni. Il suo merito nell’ultimo
anno, in particolare, è di aver cambiato il modo in cui intendiamo il
concetto di tempo. Nel libro intitolato L’ordine del tempo spiega quanto
sia ingannevole la nostra esperienza. Come il sole che sembra roteare
nel cielo, mentre siamo noi a girare. Come la Terra che sembra piatta e
invece è una sfera. Rovelli solleva uno dietro l’altro i veli che
avvolgono l’essenza del tempo, che non è unico, non scorre come un
fiume, non è intrinsecamente ordinato in passato, presente e futuro. È
stratificato e complesso in un modo che sfida la percezione comune.
Avvicinare
il mondo alla consapevolezza della complessità, dunque, è l’impresa che
gli è valsa il titolo di global thinker . Ma un’altra motivazione
valida sarebbe stata che tanti ragazzi stanno decidendo di dedicarsi
alla fisica dopo aver letto i suoi libri, come era accaduto con i
best-seller di Stephen Hawking. Le sue Sette brevi lezioni di fisica
sono state tradotte in oltre 40 lingue. «L’unica opera italiana che
batte questo record è Pinocchio», ci rivela con un pizzico di ironia.
Gli chiediamo perché piace tanto. «Per motivi differenti», risponde.
In
Italia è molto amato per lo sguardo che ha sulla vita. Il libro sul
tempo, ad esempio, lo chiude riflettendo sulla finitezza dell’esistenza
umana. «Negli Usa sono interessati all’aspetto della divulgazione. In
Gran Bretagna piace l’intreccio tra le prospettive scientifica, storica,
filosofica e letteraria. Forse perché lì è ancora più netta la
separazione tra scienza e cultura umanistica».
Uno dei suoi doni è
la naturalezza con cui attraversa i confini, anche tra Oriente e
Occidente. «Sono molto affezionato al mio primo libro. È sul filosofo
greco Anassimandro ma parla di cultura, politica, di cosa significa
capire, incontrarsi, fare scienza. Tanti miei scritti hanno un
sottinteso politico». Gli domandiamo se ha un messaggio di cui vuole
farsi ambasciatore ora che è una delle menti più influenti del pianeta.
Esita un attimo, poi cita la raccolta degli articoli che ha pubblicato
per il Corriere ( Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è
importante la gentilezza ). «Sono preoccupato per lo scenario globale,
non solo per l’Italia. Stiamo precipitando verso un’aggressività
crescente e reciproca, popoli contro popoli, persone contro persone». Il
messaggio che ci consegna è un invito alla gentilezza.