sabato 1 dicembre 2018

Repubblica 1.12.18
La segretaria particolare tra Hegel e bondage
di Claudia Morgoglione


Sempre presente, efficiente, discreta, pronta a risolvere ogni problema. In una parola: rassicurante. E allora come mai la figura della segretaria, nell’immaginario degli ultimi anni, si trasforma – nei libri, nei film – in un concentrato di inquietudini, oscurità, morbosità di vario tipo, dai risvolti spesso sadomaso? Forse perché la sua prossimità col datore di lavoro è in grado di innescare – almeno nella finzione – reazioni opposte, ed estreme: desiderio, paura. O forse perché, come Hegel ci ha insegnato, in ogni relazione schiavo-padrone i ruoli si possono rovesciare, con ricaschi narrativi intriganti.
Il caso di scuola di questa ossessione è e resta Secretary, uscito nelle sale nel 2002.
Tratto da un racconto della raccolta Oggi sono tua di Mary Gaitskill (Einaudi), mette in scena il legame tra un avvocato (James Spader) e la sua assistente (Maggie Gyllenhaal). Con toni da commedia nera, rende bene l’atmosfera della loro dinamica bondage; giocando in modo scoperto con un classico topos maschile, quello della donna totalmente dipendente dal maschio e pronta a soddisfare qualsiasi capriccio, a obbedire a qualsiasi ordine. Una perfetta Justine con la macchina da scrivere.
Più recentemente, anche la letteratura superpop dell’era Internet si è esercitata intorno a questa fantasia. Come in Secretary di Alexis Blake, ebook di qualche anno fa diffuso in mezzo mondo, in cui ancora una volta “lui” fa scoprire a “lei” l’impero dei sensi. Più triste il destino di un’altra segretaria celebre, la Joan Holloway della serie tv cult Mad Men (interpretata da Christina Hendricks): nelle prime stagioni con la sua solidità, il suo carisma e le sue ben dosate prestazioni a letto sembra tenere in pugno tutti; poi però il creatore Matthew Weiner le riserva un destino triste, madre di un figlio non riconosciuto avuto col boss e vittima di stupro.
Ma il sesso non esaurisce l’immaginario morboso legato a questa figura. Come dimostra La segretaria (Piemme, traduzione di Rachele Salerno, pagg. 372, euro 19,90), nuovo thriller dell’inglese Renée Knight, già autrice del bestseller La vita perfetta. Da leggere d’un fiato, è la storia di una donna che per la datrice di lavoro annulla se stessa, cancella ogni affetto, è disposta a fare davvero di tutto, in un crescendo esponenziale di umiliazioni e degradazione in cui il masochismo c’entra eccome, malgrado l’ assenza di coinvolgimento fisico. Ma attenti, anche stavolta, a non sottovalutare il caro vecchio Hegel…