Repubblica 10.12.18
Il viaggio diplomatico
Ma in Israele la sua visita è un caso: " Sta con l’ultradestra"
Il quotidiano Haaretz: "Il presidente Rivlin non lo incontrerà". Cento ebrei italiani: " Condanni le forze antisemite"
di c.l.
Roma
Matteo Salvini è in partenza per Gerusalemme, missione di due giorni
che si concluderà martedì con l’incontro col primo ministro Benjamin
Netanyahu. Ma il vicepremier italiano non vedrà il presidente dello
Stato d’Israele Reuven Rivlin. Il quotidiano Haaretz ha collegato
l’appuntamento mancato alle recenti dichiarazioni alla Cnn con cui il
presidente, pur senza mai citare la Lega, ha detto che un movimento neo-
fascista non dovrebbe essere ben accetto in Israele: « Tu non puoi dire
" ammiriamo Israele e vogliamo legami stretti ma siamo neo- fascisti" »
. Il quotidiano israeliano, in un editoriale, ha rincarato: «Salvini
dovrebbe essere persona non gradita in Israele». Tutto questo accade
mentre a Roma, con una lettera aperta, cento ebrei italiani invitano il
leader della Lega a « una condanna ferma degli atti di antisemitismo e
di rimozione della memoria».
Nel tentativo di smorzare il caso, in
Israele interviene il portavoce di Rivlin, Jonathan Cummings, che
all’Ansa fa sapere che l’incontro col ministro dell’interno italiano «
non è possibile per problemi di agenda» del presidente israeliano. Fonti
del Viminale prendono atto della precisazione e sottolineano come «il
colloquio tra i due non era mai stato previsto: il presunto sgarbo del
presidente Rivlin è frutto di una fantasiosa ricostruzione di un
quotidiano israeliano di sinistra. Salvini vedrà il premier e due
ministri (Pubblica Sicurezza e Giustizia) a prova dei rapporti cordiali e
distesi con Tel Aviv. L’obiettivo condiviso è di rafforzarli
ulteriormente». Lettura confermata da Avi Pazner, ex ambasciatore di
Israele in Italia, che all’Adnkronos dichiara che «Salvini sarà ricevuto
con amicizia e onore in Israele ». Oltre a incontrare Netanyahu, il
ministro dell’Interno visiterà domani lo Yad Vashem, il memoriale
dell’Olocausto, e la sinagoga italiana di Gerusalemme. Non basta,
secondo un centinaio di ebrei italiani tra i quali Gad Lerner, Michele
Sarfatti, Giorgio Gomel, Anna Foa, Luca Zevi. Sottoscrivono una lettera
in cui si dicono « preoccupati per l’acuirsi di forme di intolleranza in
Italia come altrove». E chiedono al vicepremier la condanna degli atti
di antisemitismo « in movimenti e partiti della destra etno-
nazionalista in Italia e in Europa » , degli « atti aggressivi » contro
le comunità Rom e Sinti e «di razzismo contro stranieri e migranti».