venerdì 7 dicembre 2018

La Stampa 7.12.18
Scontro sul nuovo congedo di maternità
Una legge che toglie diritti, danneggia le più vulnerabili
di Linda Laura Sabbadini


Le donne potranno lavorare fino all’ultimo giorno prima del parto a seguito dell’emendamento della Lega della legge di Bilancio e fruire del congedo di maternità di 5 mesi tutto solo dopo il parto. È una estensione della libera scelta delle donne, dicono alcuni. In realtà si tratta di una vera e propria restrizione della libertà femminile perchè espone a pressioni e ricatti da parte del datore di lavoro le donne più vulnerabili, precarie e dipendenti nelle piccole imprese. Dietro parole di modernità, la libera scelta appunto, si celano insidie e passi indietro sul fronte dei diritti delle donne. E potrebbe essere solo il primo passo. Con questo approccio, secondo lo stesso criterio domani si potrà dire «lasciamo la libera scelta alle donne se essere assenti tutti e cinque i mesi oppure se tornare a lavorare prima». Ci sono tante donne nel mondo dello spettacolo o in altre situazioni che ricominciano a lavorare prima. Ma , in genere, si tratta di donne che possono scegliere. Le norme servono per tutelare tutte e non solo le più forti. Sono volte a regolare il comportamento dei singoli e della collettività. In questo caso la norma garantisce alle donne il diritto a fruire di due o un mese di assenza prima del parto e tre o quattro mesi dopo il parto. E obbliga il datore di lavoro a garantirne la fruizione. Togliere l’obbligo di garantire l’assenza della donna nell’ultimo mese prima del parto apre la strada alla possibilità di pressioni e ricatti da parte dei datori di lavoro, che sono frequenti già oggi. Per difendere i diritti di tutte bisogna in primis verificare che la norma tuteli anche le donne più vulnerabili. Ebbene in questo caso non le tutela. Anzi le espone di più. Purtroppo siamo un Paese dove le norme sulla gravidanza sono state per anni calpestate. Un Paese dove le dimissioni in bianco sono state molto diffuse, prima della recente legge. Indebolire gli obblighi per i datori di lavoro sulla possibilità che le donne possano viversi in serenità il mese precedente al parto è un terribile passo indietro e, in realtà, le rende meno libere. La maternità è una delle esperienze più belle della vita di una donna. Ciascuna deve poterla vivere liberamente e felicemente. Spero che le donne della Lega e del Movimento 5 Stelle riflettano e rivedano l’emendamento. Solo se sappiamo difendere i diritti delle più vulnerabili possiamo far avanzare i diritti di tutte le donne.