martedì 4 dicembre 2018

il manifesto 4.12.18
Gramsci-Pende, nessuna scoperta
di Lea Durante


La notizia raggiunge gli onori della cronaca nazionale , per la firma di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 28 novembre scorso: esiste a Noicattaro, in provincia di Bari, un istituto scolastico comprensivo denominato «Gramsci-Pende». L’accostamento è davvero insensato, storicamente e culturalmente: mettere insieme, seppure a causa dell’unificazione di due scuole, il nome dell’intellettuale comunista simbolo dell’antifascismo, usato nel mondo come riferimento per tante lotte di liberazione, e quello del medico eugenetico, fascista della prima ora, teorico del primato della «razza italica», significa avere un progetto pedagogico almeno poco chiaro, a tutto discapito delle giovani menti.
Stella, però, informa l’Italia intera che l’abominio onomastico sarebbe stato «scoperto dall’esterrefatto giornalista e scrittore Fabio Isman». Le cose però non stanno così, Stella lo sa bene dal momento che il suo articolo riprende quasi letteralmente, citazioni incluse, un articolo scritto da Antonio Brusa sul frequentatissimo sito web Historia ludens, nel quale lo storico barese dà conto dell’intera triste e incredibile vicenda.
A Bari, città di tradizione antifascista e con un forte retroterra gramsciano, esiste tuttora un tessuto democratico in grado di avvedersi di certe cose e di intervenire. La notizia di Stella, nell’omettere questa circostanza, dichiara di fatto l’insipienza di un’intera comunità, rilanciando sui social l’implicita domanda, venata di suprematismo settentrionale: come è possibile che nessuno nelle Puglie dormienti abbia fatto nulla per svelare questo misfatto?
Per molti anni, invece, Antonio Brusa ha tentato di persuadere il sindaco del paese che Nicola Pende non va trattato come un illustre concittadino da onorare con strade e busti, bensì come lo scienziato razzista che la storia ci restituisce. Ma la logica delle piccole patrie, ahimè, non teme ostacoli e va dritta al suo obiettivo populistico.
In occasione dell’anniversario delle leggi razziali, poi, lo stesso Brusa ha realizzato a Trani nell’ambito della Scuola estiva dell’Istituto Ferruccio Parri un «Processo a Pende» con la partecipazione di molti studenti.
Poche settimane più tardi, un convegno organizzato a Bari dall’Anpi e dalla Link ha messo a fuoco con definitiva chiarezza le ragioni per cui nessuna scuola, nessuna strada, nessuna aula universitaria dovrebbero essere dedicate a Nicola Pende. Tommaso Fiore, Francesco Paolo de Ceglia e molti e molte intellettuali sono impegnati attivamente per questa causa.
Lo scorso 13 ottobre, infine, visto il fallimento dei tentativi messi in atto per persuadere le autorità a cassare il nome di Pende dalla scuola, è stata presentata alla stampa locale l’iniziativa congiunta della Fondazione Gramsci di Puglia, della International Gramsci Society Italia e dell’Anpi, di sottrarre il nome di Gramsci alla forzata e illogica convivenza. Si tratta naturalmente di una iniziativa provocatoria, che si è concretizzata in una richiesta formale alle autorità scolastiche regionali e provinciali, al Comune e alla direzione dell’istituto. Nessuno ha finora risposto, ma la moral suasion non si interrompe. Per non scontentare nessuno, si potrebbe trovare un nome terzo, secondo l’orientamento che molti istituti comprensivi stanno adottando. E lo dico, è chiaro, con dispiacere.

https://spogli.blogspot.com/2018/12/il-manifesto-4_80.html